Si presenterà con più forza e con più autorevolezza Pier Luigi Bersani. E quando illustrerà al capo dello Stato Giorgio Napolitano, «un governo composto da nomi tutti autorevoli e in grado di mobilitare, nomi che il M5s non veda con fastidio», il segretario del Pd potrà estrarre dal cilindro una «carta vincente».
Ieri a tarda sera al leader del centrosinistra, potenziale «prossimo presidente del Consiglio», o comunque colui che riceverà un pre-incarico da Napolitano, è squillato il telefono. Dall’altra capo della cornetta era il governatore della Regione Sicilia Rosario Crocetta. «Pier Luigi, è fatta: abbiamo abolito le province. Ormai i grillini sono dalla nostra parte, e vedrai che questa carta potrai giocartela per le consultazioni». Il segretario Pd non ha battuto ciglio, ha ringraziato l’interlocutore per la «splendida» notizia, e ha subito convocato i fedelissimi, il cosiddetto «tortellino magico». «Ragazzi, è quasi fatta: in Sicilia siamo riusciti ad abolire le province con i Cinque Stelle. E i nostri dirigenti siciliani proveranno a convincere il drappello di deputati e senatori dell’isola».
L’operazione “Sicilia” ha funzionato, e il timing è stato perfetto, perché arrivato a 24 ore dall’inizio delle consultazioni. Addio alle province in Sicilia, sostituite dai liberi consorzi che diventeranno degli organi secondari, non direttamente eletti dal popolo.
Con l’abolizione delle province solo sulle indennità di carica si risparmieranno oltre 10,3 milioni di euro all’anno, per le attività istituzionali altri 50 milioni di euro all’anno, e «se poi aggiungiamo anche le società partecipate e i debiti che accumulano, raggiungiamo la somma di un risparmio di circa 100 milioni l’anno», spiegava ieri il governatore. Un segnale importante, che felicita i Cinque Stelle dell’isola, e avvicina i democratici al movimento di Beppe Grillo.
Ecco perché dalla scorsa notte il Pd non cambia linea: andrà alle consultazioni con la proposta votata in direzione su otto punti programmatici, e approvata all’unanimità dal caminetto democrat. Una proposta che non convince del tutto i Cinque Stelle, che fino a ieri sono tornati sull’argomento con il portavoce Claudio Messora: «Il Movimento non darà mai la fiducia ad un governo guidato da lui, Bersani: nemmeno se adotta il nostro programma e nemmeno se cammina di notte sui ceci».
Ma l’uscita di Messora anticipa di qualche ora l’abolizione delle province in Sicilia. Perché dalle 21:15 di ieri lo scenario in casa Pd è cambiato. Adesso l’obiettivo del segretario Bersani è quello di «sparigliare» le carte in casa M5s: «Adesso sarà più facile», dicono al Nazareno. «Però aspettiamo prima di cantare vittoria», confidava un senatore democrat siciliano.
Il nodo «grillini» potrebbe essere risolto proprio da Giancarlo Cancelleri, capogruppo dei grillini all’Assemblea regionale siciliana, e interlocutore preferenziale del governatore siciliano. Cancelleri starebbe lavorando in questa direzione. Crocetta gliel’avrebbe detto chiaramente: «Giancà, devi riuscire a convincere almeno i senatori siciliani a dare la fiducia al governo Bersani. Hai visto? Io sono stato leale con voi. Bersani è come me. Siate responsabili».
Una conversazione che ha convinto Cancelleri a fare da «mediatore» fra il drappello di parlamentari siciliani e il segretario dei democratici. E, stando ad una fonte de Linkiesta, oggi Cancelleri povrebbe prendere un volo per Roma per incontrare il segretario Bersani e il fedelissimo Vasco Errani. Ormai il leader dei grillini siciliani è tenuto parecchio in considerazione dal duo Grillo-Casalaggio. E dopo l’abolizione delle province, primo esempio nazionale di politica anticasta, il suo ruolo sarà ancora più di peso.
@GiuseppeFalci