“Voi italiani fabbricate bufale su Beppe Grillo”

Media e verità

«Qui stanno per impazzire, ho pensato, quando ho sentito alla radio che venivano citati estratti da una mia intervista. Un’intervista che non è ancora stata pubblicata». Si parla di un’intervista a Beppe Grillo per il giornale tedesco Tagesspiegel, e a scrivere è la giornalista Petra Reski, di stanza a Venezia. La Reski conosce il nostro Paese, ma forse non a sufficienza da non stupirsi quando ha sentito dire che nella sua “intervista non ancora uscita” Grillo avrebbe aperto a una coalizione Pd-Pdl.

«Una notizia del tutto falsa, che io ho smentito immediatamente, che però si aggira ancora per internet e che viene citata praticamente in tutti i telegiornali». Petra Reski si è sentita in dovere di ripercorrere l’accaduto in un articolo sul Tagesspiegel oggi, lunedì 4 marzo. Però non c’è da temere: la giornalista tedesca ha preso l’avvenimento con estrema sportività. Forse ha contribuito il fatto che uno dei direttori del suo giornale, Giovanni di Lorenzo, ha un padre italiano. Però fa pensare che la notizia sia stata pubblicata nelle pagine della “cultura”, e non tra gli affari politici.

Si giustificano le false citazioni con l’attesa nervosa per le prossime mosse di Grillo. «Da vent’anni dominano in Italia politici che mediano con la mafia e che trattano il Paese come tesoro personale. Il successo del Movimento Cinque Stelle non è stato perciò sorprendente. Finché non è arrivato, il risultato delle elezioni era tanto emozionante quanto quello della Ddr ai tempi di Honecker: vince Berlusconi. E se per eccezione non vinceva, comprava deputati, per far cadere il governo poco dopo».

Forse ci si spinge qui un po’ verso il limite sottile tra il fatto e il cliché: il paragone sfumato tra un dittatore socialista e Berlusconi è fin troppo commestibile per i palati germanici. Ma la Reski riconosce anche che il sistema mediatico italiano risente dell’influenza di gruppi di potere, che trovano espressione in vari schieramenti politici. Da questo, la giornalista spiegherebbe come «Poco prima delle elezioni i giornali sono stati presi da un delirio Cinque Stelle. […] Pochi giornali tedeschi hanno parlato del fenomeno, senza che esso venisse definito “populistico” o “antipolitico”», a causa delle informazioni riportate “copia e incolla” dai media italiani.

Così, tra tanta pubblicità negativa, il candidato cancelliere Spd Peer Steinbrück si sarebbe convinto a parlare di Grillo come uno dei due “clown” che fanno parte del gruppo di vincitori delle elezioni italiane. E alla Reski continua a trovarsi un quel limbo divertente e scomodo, sospeso tra l’incomunicabilità italo-tedesca, e le incertezze sul futuro del grillismo. Del leader si dice di tutto: «populista, comico, fascista, demagogo, putschista, antisemita, razzista, brigatista, così che Grillo non dà più interviste alla stampa italiana». Se poi le interviste, anche all’estero, non ci sono (ancora), basta inventarsele. E la perfida Reski ci lascia nell’attesa: ma che avrà detto mai Grillo nell’intervista?

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