Col merito o coi precari? Il M5s non riesce a decidere

L'arte del governo. Il partito di Grillo non trova una sintesi sul precariato nella scuola

Quando in un partito si decide a maggioranza, la minoranza sconfitta di solito incassa più o meno silenziosamente. Se si tratta però di una questione fondamentale il rischio è che la minoranza, di eletti ma più che altro di elettori, faccia i bagagli e traslochi altrove. Il Movimento 5 stelle (M5s) rischia che una frattura, per ora poco evidente, sul tema dell’istruzione diventi un crepaccio.

Il M5s di Aci Castello (CT) il 16 aprile ha preso pubblicamente posizione contro l’istituzione da parte del ministero dell’Istruzione (Miur) dei Tfa speciali, i corsi che abilitano i docenti all’insegnamento e a cui si accede per anzianità e non per il superamento di una prova di ingresso (come invece accade per i Tfa ordinari). Nel documento diffuso “il movimento si unisce all’appello dell’ADI (Associazione Docenti Italiani), dei docenti universitari e del Collettivo Nazionale Studenti TFA Ordinario avverso il TFA Speciale”, per una serie di ragioni. In particolare perché a monte del tfa speciale non si è fatta una programmazione degli accessi e l’ingresso indiscriminato di precari storici finirebbe col “mortificare i sacrifici e il merito di coloro che si sono sottoposti ad un regolare concorso (il tfa ordinario)”, perché “la mera anzianità di servizio non costituisce, di per sé, garanzia di competenza e di preparazione” e perché, in generale, così “saranno penalizzati i neoabilitati e i futuri laureati”.

Una posizione molto forte, che ha immediatamente acceso la discussione anche nel vicino capoluogo. Nel MeetUp (la piattaforma web che usa il M5s per discutere) di Catania l’utente “Sand” chiede di sapere la “posizione UFFICIALE” del movimento, dichiarando che se non coincidesse con quella già “ammirevolmente” espressa ad Aci Castello questo determinerebbe il suo addio al gruppo (in cui milita dal 2006). Il giorno successivo un’altra utente, Oriana Pappalardo, scrive l’esatto opposto: “se il movimento è contrario (ai tfa speciali ndr.), esco ufficialmente dal movimento e riprendo a votare scheda nulla, io con tutta la mia famiglia che vi ha sostenuti”.

Determinare quale sia la linea è una patata bollente per il movimento, che rischia di creare scontenti qualsiasi decisione prenda. Mario Giarrusso, senatore catanese del M5s, dichiara che, trovandosi a Roma, non ha seguito direttamente la questione. «Ma sui punti che esulano dal programma – spiega Giarrusso – in generale cerchiamo di raccogliere il parere dei cittadini aderenti. La nuova piattaforma web dovrebbe essere pronta nei prossimi 10 giorni». Un tempo che rischia di essere troppo lungo. «Perché il provvedimento che istituisce i tfa speciali diventi operativo manca solo il via libera della Corte dei Conti», spiega infatti Anna Fedeli, della segreteria della Cgil scuola.

Il sindacato è favorevole, pur con qualche critica sulle modalità, ai tfa speciali. «Noi siamo per stabilizzare prima i docenti precari – prosegue Fedeli – e solo dopo fare nuove assunzioni. Non si può dire a chi ha lavorato per 10 anni della scuola “ciao bello”. Secondo la Flc Cgil non ci deve essere concorrenza tra “ordinari” e “speciali”, vanno tutelati gli interessi di tutti. Non ci può essere concorrenza là dove non ci sono posti di lavoro». Quindi i tfa speciali vanno fatti ed è anzi considerata «una beffa» la prova di ingresso che non serve a selezionare (vale il criterio dell’anzianità), ma a stabilire una graduatoria per scalare temporalmente gli accessi e potrà influenzare il punteggio finale del tirocinio. «Il tfa speciale è pensato – conclude Fedeli – per i precari storici. Il loro merito è già stato provato in anni di servizio. La prova di ingresso non ha alcun senso».

Il tema dei precari è molto sentito all’interno del movimento di Grillo. Lo stesso Giarrusso nella sua “dichiarazione di intenti” scrive: “Con la presente mi impegno, in caso di elezione, ad affrontare subito il primo e più grave problema del lavoro e cioè la precarietà. Mi impegno quindi a fare tutto quello che sarà in mio potere per abrogare subito, senza se e senza ma, la cd legge Biagi, abolendo tutte le 47 forme di sfruttamento del lavoro ed eliminando subito ogni tipo di lavoro precario”. Il senatore catanese non considera però “una mossa azzardata” quella dei suoi compagni di partito di Aci Castello. «Non è un problema che si prenda una posizione, magari non in linea o ancora non discussa. Ognuno parte dalla propria esperienza, si discute e poi si deve trovare un punto di sintesi. Fino a che non sarà pronta la piattaforma web – spiega ancora Giarrusso – le decisioni vengono prese dal gruppo parlamentare di deputati e senatori».

Il metodo assembleare non si concilia coi tempi stretti e con i molti impegni. Manuela Serra, senatrice del M5s e prima maestra delle elementari, ammette che «la questione tfa non è ancora stata affrontata, come gruppo non ne abbiamo discusso. Al momento io mi sto occupando dei fondi alla ricerca quindi non ne so molto». E se agli impegni di ognuno si aggiunge il quadro politico complesso e l’elezione del Presidente della Repubblica non stupisce che la pattuglia di deputati e senatori non abbia ancora avuto tempo di affrontare il problema. Ma questioni del genere, se lasciate scadere, rischiano di andare a male. Chi è direttamente coinvolto lo vuole sapere e presto lo vorranno sapere anche molti altri: tra le ragioni dei precari storici e quelle di chi ha passato le prove di merito, il movimento di Grillo da che parte sta? 

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