“E con le antenne Rai ci facciamo il wi-fi di Stato”

La proposta del giornalista Rai grillino

Mentre la base è alle prese con le votazioni online per il candidato presidente della Repubblica, c’è chi, nel Movimento 5 Stelle, si muove per una piccola grande rivoluzione web. Si tratta di Leonardo Metalli, inviato speciale del Tg1, amico di lunga data di Augusto Minzolini e, per alcuni anni, al seguito di Grillo, come cronista Rai: prima gli spettacoli e poi la successiva evoluzione politica. Oggi il giornalista è iscritto al Movimento 5 Stelle per il quale, tra l’altro, ha composto l’inno “L’Urlo della Rete”

Metalli è uscito allo scoperto insieme ad un gruppo di colleghi di viale Mazzini con cui organizza iniziative «a salvaguardia dell’azienda, contro l’invasione della politica». Negli stessi giorni in cui Grillo è tornato ad attaccare la Rai chiedendone il ridimensionamento e la vendita di due canali su tre, Metalli utilizza il blog del comico genovese per lanciare una proposta di legge che, nelle sue intenzioni, può ovviare al calo di popolarità dell’azienda: l’idea è creare una rete wifi gratuita che parta dalla Rai e serva l’Italia intera.

«Si può fare – ci spiega il il giornalista – sfruttando la struttura Rai Way che distribuisce il segnale in tutta Italia tramite i 2.200 ponti di cui dispone». Dunque, la parte più costosa c’è già, dato che i ripetitori sono disseminati lungo lo Stivale e appartengono all’azienda radiotv, «che li cede in affitto anche a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza».

«Parlando con gli ingegneri e studiando i progetti, abbiamo appurato che si può far girare il wifi in tutta Italia» prosegue Metalli. E c’è un piano anche per il capitolo delle spese: «con un contributo statale e un canone non più oneroso di quello attuale potremmo dare due servizi al cittadino abbonato: uno televisivo e uno di collegamento internet wifi». Senza dimenticare l’opzione della pubblicità online, «per abbattere ulteriormente i costi del sistema».

Il progetto, rilanciato da Oliviero Beha, sta facendo il giro del web ed è approdato sul tavolo dell’Usigrai, sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini, che lo ha fatto proprio in una forma simile. Metalli non nasconde la soddisfazione, anche se ribadisce: «Fino ad oggi queste ricette sono state chiuse in un cassetto perché davano fastidio alle compagnie telefoniche». D’altronde, rivendica l’inviato del Tg1, «con i mezzi di Rai Way, l’azienda potrebbe addirittura mettersi a fare la telefonia grazie alle proprie torri, ma non è questa la ragione sociale per cui opera».

A sentire i suoi estensori, il progetto del Wifi costituirebbe un prolungamento della mission Rai, poiché «oggi il web è la massima espressione della comunicazione e il digitale terrestre è solo una piattaforma di passaggio, il punto d’arrivo è la Rete». Se ci saranno sviluppi non è dato saperlo, al momento la proposta riscuote consensi tra gli internauti, mentre Metalli comincia a sognare: «invece di Tim o Vodafone, sui nostri telefonini potrebbe apparire il logo Rai. Saremmo i primi in Europa a fare una rivoluzione culturale col wifi di Stato».

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