«Un governo di larghe intese è possibile solo se coinvolge le prime tre forze politiche del Paese. E io sono d’accordo con Matteo Renzi quando dice che il Pd debba partire all’attacco. E secondo me Renzi potrebbe essere il Presidente del Consiglio delle larghe intese». Parola di Matteo Orfini. È la notizia che non ti aspetti. La notizia che potrebbe stravolgere i piani alti di Largo del Nazareno, la sede del Partito democratico. Matteo Orfini, lo dice dagli studi di Piazza Pulita su La7, e oggi pomeriggio in una direzione del Pd che si preannuncia infuocata proporrà Matteo Renzi candidato premier delle larghe intese. Perché «io un governo presieduto da Giuliano Amato non lo posso votare, né tanto meno posso pensare di votare un governo con vice premier Angelino Alfano».
I giovani non ci stanno. E a poche ore dalla direzione nazionale il tutti contro tutti è iniziato. I giovani parlamentari, quelli che da circa un mese hanno varcato l’ingresso di Montecitorio, sono preoccupati: «Perché un governo Pd-Pdl ci massacrerebbe. Come potremo spiegare ai nostri elettori che abbiamo fatto l’inciucione con il Cavaliere?». Lo dicono a taccuini chiusi perché temono che ciò li possa danneggiare. Renziani, una parte dei giovani turchi (quelli vicini a Matteo Orfini), civatiani (i parlamentari più vicini a Pippo Civati) sono condizionati dalla base che si oppone ad un governissimo con il Cavaliere di Arcore.
E oggi quando alle 17 si riunirà l’ennesima direzione nazionale del Pd, nella quale «metteremo ai voti la nuova linea politica». «Ci conteremo e non sarà una passeggiata», mormorano. Così da da il vecchio estabilishment proverà a caldeggiare un governissimo, o governo del Presidente, presieduto da Giuliano Amato con politici di area Pd-Pdl-Scelta Civica come ministri. Mentre i giovani parlamentari, siano essi turchi o renziani, proporanno «un’altra roba»: magari con Renzi premier.
Insomma lo scontro è appena iniziato. E oggi si è soltanto consumato il primo round a colpi di interviste e dichiarazioni rilasciate a tv, radio, e siti web. Il primo a sparare è stato Beppe Fioroni, infastidito dalle deriva “grillina” di alcuni democrat: «Il Pd è come un Kebab, e ora siamo arrivati all’affettamento finale, ne è rimasta solo una piccola parte. Un pezzetto lo ha mangiato Grillo, un pezzetto Casaleggio e quello che rimaneva, le briciole, le ha prese Vendola». Addirittura Dario Franceschini, aggredito e apostrofato in una trattoria romana a colpi di “traditore”, minaccia i dissidenti del «governissimo»: «Chi non voterà la fiducia al governo sarà fuori dal partito». Gli ex popolari, gli ex della Margherita, e i dalemiani vogliono un governo a tutti i costi. E ritengono che l’unica soluzione, anche in virtù delle parole di oggi di Napolitano, sia quella di un “governissimo” con Pdl e Scelta Civica. «Dobbiamo evitare che Berlusconi continui a giganteggiare. In questo momento è lui lo statista», spiega un dalemiano di ferro.
In realtà, come assicura un insider di Largo del Nazareno, la guerra fra vecchi e giovani democratici non è legata al fattore Berlusconi. «I giovani non sopportano che i Franceschini, i D’Alema e i Letta vadano a fare i ministri di un governo del presidente. Perché sanno che in una simile situazione i vecchi si riprenderebbero il partito». Per questo motivo ieri dalle colonne de “la Repubblica” Matteo Renzi ha evidenziato sì la necessità di un governo ma che duri «il meno possibile», e che sia «un governo tecnico». Tuttavia la boutade del giovane turco Matteo Orfini, «un governo con Renzi premier», apre scenari al momento indecifrabili al Largo del Nazareno. Perché se la proposta di Orfini dovesse andare ai voti (sempre se Renzi accetti) rischierebbe di spaccare nuovamente il Pd, e «di bruciare» un’altra promessa del vivaio democratico. Ecco perché alcuni maligni non escludono che dietro l’endorsement di Orfini ci sia proprio Massimo D’Alema. Del resto il “maestro” del giovane turco sarebbe ancora in corsa per Palazzo Chigi.