Il sogno di Letta: una nuova Italia che sappia crescere

Incentivi all’economia, tagli alle tasse e riforma delle istituzioni

Nel suo discorso per la fiducia Enrico Letta ha messo in luce i punti essenziali del suo programma di governo. Scelte ambiziose che mirano a restituire slancio all’economia e ridare fiducia ai cittadini nei confronti delle istituzioni, anche attraverso modifiche importanti dell’impianto costituzionale del Paese e misure di moralizzazione della vita pubblica. Visti in linea sommaria, i punti toccati dal presidente del Consiglio sono elencati qui sotto.

Occorrono politiche per la ripresa, e «non solo risanamento »altrimenti «l’Italia muore». In particolare si cerca la riduzione del peso fiscale «senza ricorrere all’indebitamento». Letta ha in programma:

  • Meno tasse sul lavoro (detassazione soprattutto per i neoassunti)
  • Stop all’Imu almeno fino a dicembre per studiare una manovra più equa.
  • allentamento del Patto di Stabilità interno
  • rinuncia all’inasprimento dell’Iva
  • aumenti di aiuti ai fondi a sostegno delle Pmi e per i mutui
     

Non solo: al tema del rilancio economico, Letta associa il tema della giustizia e della corruzione, che sarebbero, insieme alla crisi, il vero freno al rilancio dell’economia e della mancanza di investimenti stranieri in Italia. Per cui si parla di:

  • giustizia più veloce, per garantire certezza agli investitori
  • lotta alla corruzione più aspra
  • incentivi e semplificazioni burocratiche per le imprese italiane
  • procedure da snellire anche nell’ambito fiscale
  • «equità» nel prelievo fiscale: gli italiani, sostiene, devono avere un «fisco amico» 
  • ampliare gli incentivi fiscali a chi investe in innovazione, sostenere l’aggregazione e internazionalizzazione delle PMI, dare più credito a chi lo merita, garantire il pagamento dei debiti alle imprese, semplificare e rimuovere gli ostacoli burocratici che frenano lo spirito d’impresa
     

Per quanto riguarda i giovani e la ricerca, Enrico Letta pensa a garantire

  • aiuti contro la precarietà, insistendo nella riforma dell’apprendistato per renderlo più flessibile
  • valorizzare il lavoro autonomo e le libere professioni,
  • ridare slancio alla ricerca e alla scuola attraverso un grande piano pluriennale, finanziato attraverso l’istituzione di project bond
  • individua spazi di ricerca nell’agenda digitale, nanotecnologie, l’aerospaziale, il biomedicale
     

Nell’agenda energetica intravede

  • completamento del market coupling per l’energia elettrica
  • completo riallineamento dei nostri prezzi con quelli dei paesi europei e trasformazione dell’Italia in un hub
     

Per quanto riguarda il welfare

  • andranno migliorati gli ammortizzatori sociali, estendendoli a chi ne è privo, a partire dai precari; e si potranno studiare forme di reddito minimo, soprattutto per famiglie bisognose con figli
  • ncentivi al pensionamento graduale con part time misto a pensione, con una «staffetta generazionale» per la parallela assunzione di giovani
  • accesso con 3-4 anni di anticipo al pensionamento con una penalizzazione proporzionale

L’altro grande tema è la riforma della politica e il richiamo alla moralità da parte delle istituzioni: una innovazione che parta da un esercizio di autocritica e che rifletta sulla perdita di fiducia e di consensi da parte dei cittadini. Per questo motivo il governo Letta si impegna a recuperare autorevolezza, anche con gesti simbolici. Ad esempio

  • eliminare con una norma d’urgenza lo stipendio dei ministri parlamentari che esiste da sempre in aggiunta alla loro indennità
  • finanziamento pubblico ai partiti, abolendo la legge troppo timida approvata l’anno scorso e introducendo misure di controllo e di sanzione anche sui gruppi parlamentari e regionali
  • introdurre percorsi che consegnino alla libera scelta dei cittadini, con opportuni interventi sul versante fiscale la contribuzione all’attività politica dei partiti

Infine, il troncone della riforma delle istituzioni, per cui chiede la collaborazione di tutte le forze politiche e non solo. E per sottrarre le riforme costituzionali alle lotte dei partiti, propone l’introduzione di una Convenzione per le riforme che lavori su:

  • superare il bicameralismo paritario
  • istituire una seconda Camera – il Senato delle Regioni e delle Autonomie
  • determinare una più chiara ripartizione delle competenze tra i livelli di governo con il perfezionamento della riforma del Titolo V.
  • Riordinare i livelli amministrativi e abolire le province
  • chiudere rapidamente la partita del Federalismo fiscale
  • riforma della legge elettoriale, al minimo con il ripristino della legge elettorale precedente

Per leggere il discorso integrale, clicca qui

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