In America la ripresa c’è, non come in Europa

La Fed continua con il Quantitative easing

Le difficoltà sono ancora molte, ma l’economia cresce comunque a un ritmo sostenuto. Per lo meno, meglio dell’eurozona. È questa l’America vista dagli occhi del Beige book della Federal Reserve, il consueto rapporto sulla congiuntura economica statunitense. Le condizione del mercato immobiliare, quello da cui è partita la peggiore crisi finanziaria americana dal 1929, continuano a migliorare e la ripresa, nonostante alcune criticità ancora presenti, continua. In particolare, preoccupano disoccupazione e disomogeneità della crescita economica. Ma per la Fed è tutto sotto controllo.

Non è ancora il momento di diminuire la portata del Quantitative easing da parte della banca centrale ameriana. La disoccupazione, nonostante la situazione stia migliorando in molti Stati, rimane ancora una delle principali minacce per l’economia a stelle e strisce. Inflazione e situazione degli intermediari finanziari sono sotto controllo, mentre il mercato immobiliare continua a vivere il suo momento florido, anche se al di sotto dei livelli pre-crisi. Come ha notato alcuni giorni fa J.P. Morgan è tuttavia difficile che possano essere toccate le quote raggiunte prima del 2007. «È un mondo che non c’è più», hanno detto gli analisti della banca guidata da Jamie Dimon.

Non c’è solo la Fed che guarda con attenzione ai rischi per gli Usa. Gli ultimi dati pubblicati dal Fondo monetario internazionale confermano le difficoltà dell’economia statunitense in alcuni settori. Nel suo aggiornamento al World economic outlook (Weo), pubblicato pochi giorni fa, l’istituzione guidata da Christine Lagarde ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita economica degli Usa per l’anno in corso, portandole dal 2,1% delle stime di gennaio all’1,9% di aprile. Le possibilità che l’America sia colpita dagli shock esterni è ancora elevata, ha detto il Fmi. Fra questi, il più significativo rischio deriva dall’eurozona, la cui crisi potrebbe minare i fondamentali degli Stati Uniti. Allo stesso modo, il calo della domanda globale potrebbe aggravare una situazione ancora precaria. Infine, la Cina. Il rallentamento dell’economia cinese è vista, soprattutto da Goldman Sachs e Morgan Stanley, come un evento capace di avere un impatto significativo anche sull’America. Proprio come ha ribadito il Beige book.

La domanda che gli investitori si stanno facendo è in prevalenza una. Che atteggiamento utilizzerà la Federal Reserve dopo le ultime decisioni di politica monetaria della Bank of Japan? La nuova direzione della BoJ, Haruhiko Kuroda, ha ribadito l’obiettivo suggerito dal premier Shinzo Abe, ovvero il raggiungimento del tasso d’inflazione del 2%, il doppio dell’attuale livello. L’espansione della base monetaria giapponese potrebbe costare caro agli Stati Uniti, ma è forse ancora presto per dirlo.

Ben Bernanke per ora ha confermato che il Qe continuerà fino a quando la situazione macroeconomica lo richiederà. Non solo. Il programma di allentamento quantitativo sarà portato avanti fino al momento in cui che l’economia non avrà dato segni di miglioramento. Un periodo che potrebbe tardare. Come ha ricordato l’ultima versione del Weo del Fmi, ci sono ancora diversi squilibri all’interno degli Stati Uniti. In particolare, molte famiglie della classe media americana stanno ancora combattendo contro alti livelli di debito. Sia Federal Reserve sia Fmi hanno però confermato che la ripresa economica per gli Stati Uniti è reale, complice anche il riassestamento del mercato immobiliare.

Diverso è invece il discorso per l’universo finanziario. Il ribilanciamento di Wall Street sta continuando, ma con cognizione di causa. Il livello di accesso al credito negli Usa è in netto miglioramento non solo rispetto allo scorso Beige book, ma anche a quello di un anno fa. Il Fiscal cliff non è più visto come un problema capace di far entrare l’America in recessione e il clima degli imprenditori è tornato a essere a livelli elevati. Gli Stati Uniti non sono ancora al loro massimo potenziale di crescita, ma Bernanke sa che qualche miglioramento potrebbe arrivare nei prossimi mesi. Una situazione opposta a quella della zona euro.  

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Twitter: @FGoria

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