Ingroia, “Crocetta” sopra il ritorno in magistratura

La retromarcia del leader di Rivoluzione Civile e l’offerta dell’amico governatore

È una storia ancora senza finale quella della carriera politica di Antonio Ingroia. L’ex pm di Palermo, leader di Rivoluzione Civile e candidato premier alle recenti politiche, era già pronto per tornare in magistratura. D’altronde «l’allievo di Borsellino» l’aveva precisato in più occasioni durante la campagna elettorale: «Se non dovessi farcela è possibile che io decida di tornare a fare il magistrato. Ma non il pm a Palermo né un ruolo così esposto». Un’affermazione che scatenò il putiferio, facendo sobbalzare dalle seggiole coloro che da anni predicano il conflitto fra magistratura e politica.

Dicevamo, conclusa la tornata elettorale sembrava fosse finita la carriera politica di Antonio Ingroia. Mercoledì 11 marzo terminava l’aspettativa elettorale dalla magistratura dell’ex pm di Palermo, in qualità di candidato alle elezioni politiche come leader di Rivoluzione Civile. E proprio quel mercoledì Palazzo dei Marescialli avviaca l’apertura di una pratica in terza commissione per il ricollocamento del magistrato-politico, il quale, alla scadenza dell’aspettativa elettorale, non aveva inviato alcuna comunicazione al Csm. Generalmente, come raccontano a Linkiesta, «in casi simili è il magistrato ad indicare le sedi preferite in cui tornare a svolgere le sue funzioni». Mentre Ingroia stette in silenzio. Infatti qualche giorno dopo la terza commissione del Csm deliberava, con due astensioni ed un assente, di proporre al plenum la ricollocazione d’ufficio dell’ex procuratore aggiunto di Palermo, con funzione di giudice, al Tribunale di Aosta, unica circoscrizione d’Italia nella quale non è stato candidato.

La reazione di Ingroia fu immediata ma anche sorniona: «Aspetto la decisione del Plenum e poi si vede… Ma non è una punizione, hanno applicato la legge». Una risposta che in realtà nascondeva qualcosa. Nei corridoi dei palazzi romani iniziavano a circolare rumors «strani» sul conto del magistrato palermitano. Rumors che raccontavano «di un Ingroia ambiguo sul suo ritorno in magistratura». Ormai «lui – spiega una fonte che preferisce restare anonima – vuole continuare la carriera politica. Presto ci saranno le politiche, e poi le europee a cascata. Quindi il progetto di Rivoluzione Civile, certo, non terminerà».

Parole che trovano conferma quando il venerdì santo Antonio Ingroia, intervenendo alla trasmissione radiofonica “comma 22” in onda su Dabliu Radio, tiene a precisare: «Valle d’Aosta? Ci andrò solo in vacanza, come in Guatemala del resto». Sì, il Guatemala. Ricordiamo tutti il giorno nel quale Ingroia lasciò la Procura di Palermo per andare a ricoprire l’incarico di Capo dell’Unità di Investigazione della Commissione contro la Impunità, organismo delle Nazioni Unite. Occasione nella quale il magistrato palermitano non mantenne la promessa: rimase circa un mese in Guatemala salvo poi decidere di “scendere in campo” in vista delle elezioni politiche del febbraio di quest’anno.

Ma torniamo ad oggi. Perché mai l’ex procuratore aggiunto di Palermo, alla domanda del cronista sul futuro incarico presso il Tribunale di Aosta, risponde in modo perentorio e sprezzante che lì ci andrà «solo in vacanza»? In primis perché, come ha raccontato lo stesso Ingroia, «Rivoluzione Civile non è morta, anzi, adesso inizia la seconda fase. Dopo Pasqua ci saranno delle grosse novità a partire dal nome». E in secondo luogo perché, come ha rivelato Radio Radicale, il presidenza della regione Rosario Crocetta sarebbe intenzionato ad affidare ad Antonio Ingroia l’ufficio di rappresentanza della Regione Sicilia che si trova a Roma. Del resto i rapporti fra Rosario Crocetta e Antonio Ingroia sono sempre stati ottimi: e il governatore della Sicilia non li ha mai nascosti. Tant’è che in più di un’occasione ha detto: «È un amico mio carissimo, lo stimo come magistrato, non so se politicamente regge». Addirittura “Saro” all’indomani della vittoria alle regionali dell’ottobre scorso aveva persino cercato di convincere Ingroia a far parte della squadra di governo. Ma l’ex pm di Palermo stava preparando le valige per il Guatemala, e dovette rifiutare l’offerta dell’amico “Saro”.

Oggi lo scenario è cambiato. L’«ex allievo di Borsellino» non ha alcuna voglia di tornare in magistratura. Tanto più fra la giudicante, un incarico che non gli darebbe visibilità, e lo terrebbe fuori dal network mediatico-giudiziario e dai suoi megafoni. Ecco perché, come conferma una fonte interna ai Palazzi siciliani, Ingroia sarebbe «pronto» ad accettare la proposta del governatore-amico Crocetta. Oltretutto l’incarico non sarebbe a titolo gratuito. C’è da immaginare che, come i magistrati fuori ruolo che vanno a ricoprire incarichi extra giudiziari, la busta paga sarebbe quanto meno equiparata, in questo caso, a quella di un direttore della regione Sicilia. In questo modo – seppur fuori ruolo, rimarrebbe all’ordine giudiziario, senza stare fuori dalla scena politica, potendo così avviare «la seconda fase» di Rivoluzione Civile. Altro che Aosta….

Twitter: @GiuseppeFalci
 

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