La Germania offre lavoro, ma i cv italiani non arrivano

Tra le cause, mancanza d’informazione, difficoltà linguistiche e poca accoglienza tedesca

Berlino – In Germania ci sono imprese, in particolare piccole e medie, che muoiono, ma non di crisi. La loro esistenza è minacciata da un male contrario: la mancanza di personale. Succede in particolare nelle ricche regioni meridionali, nell’industria meccanica, ma non solo. Eppure, secondo dati pubblicati dall’Istituto di Ricerca economica Ifo, le candidature per i posti liberi dall’Italia non arrivano. Lo stesso vale per gli altri paesi della Eurozona colpiti dalla crisi. Questo si deve, secondo gli esperti, alla mancanza di informazione, alle difficoltà linguistiche e non per ultimo, a «una cultura d’accoglienza da parte della Germania che può essere migliorata».

Le aziende tedesche ricevono pochissimi curriculum dai cosiddetti Piigs, Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna. Solo le grandi imprese multinazionali risultano attrattive come datori di lavoro per i paesi europei più colpiti dalla crisi. È questo il risultato di un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca economica Ifo con l’appoggio dell’agenzia di lavoro interinale Randstad, pubblicato oggi da Der Spiegel. Tra le circa mille aziende intervistate, solo il 14% ha detto di aver ricevuto candidature per i posti liberi dall’Italia, pari alle richieste ricevute dal Portogallo. Il 21% le ha ricevute dalla Spagna, il 15% dalla Grecia e solo l’8% dall’Irlanda.

Il dato è significativo se confrontato con i tassi di disoccupazione nei rispettivi paesi che raggiunge il 14% in Italia, il 16% in Portogallo e addirittura il 27% in Spagna e Grecia. Ma ancora di più se si considera che l’immigrazione verso la Germania da questi paesi è aumentata significativamente e che solo nei primi sei mesi del 2012 circa mezzo milione di europei hanno abbandonato la crisi nel loro paese per stabilrsi in Germania, sarebbe a dire il 15% in più dell’anno precedente. In sostanza, molti cittadini europei si trasferiscono in Germania prima di aver mai preso contatti per trovare un lavoro, in parte per difficoltà linguistiche e in parte per mancanza di informazioni. La maggior parte delle candidature dai paesi in questione vengono ricevute da imprese che hanno più di 250 dipendenti, mentre il problema della mancanza di personale colpisce di più le piccole e medie aziende, secondo quanto sottolinea lo studio.

Quali sono i settori in cui la Germania ha urgenza di lavoratori è presto detto: «ingegneria, professioni tecniche, information technology, assistenza (personale paramedico, ndr), sanità e artigianato», riassume in poche parole Klaus Zimmermann presidente dell’Istituto per il futuro del lavoro in un’intervista con Linkiesta. In particolare Zimmermann crede che siano «le differenze culturali, le scarse conoscenze linguistiche e la paura del cambiamento e dell’inserimento» in una nuova situazione lavorativa, gli ostacoli da superare per i candidati stranieri. Come esperto consiglia di «informarsi sul sito internet della Agenzia federale per il lavoro (Ba) che partecipa anche a eventi dedicati al mercato del lavoro in Italia e Spagna», in particolare la sezione dell’ufficio di collocamento tedesco per l’intemediazione con l’estero disponibile anche in inglese.

La necessità di lavoratori dall’estero «non si rivolge solo a persone con una preparazione accademica», secondo quanto spiega a Linkiesta Stefan Hardig, esperto di mercato del lavoro della Associazione Tedesca dell’Industria e le Camere di Commercio (Dihk), «le aziende registrano difficoltà crescenti nel trovare persone con una qualificazione professionale», e questo è evidente in realtà imprenditoriali piccole e magari lontane dalle grandi città. «Certi settori e certe regioni, in particolare quelle del sud come Baden Württemberg o Baviera, sono specialmente colpite. In alcuni casi la mancanza di personale minaccia l’esistenza stessa delle aziende o comunque il loro sviluppo. Il problema viene accentuato dal progressivo invecchiamento della popolazione», spiega l’esperto.

Il Governo ha cercato negli scorsi anni di facilitare l’arrivo di lavoratori dall’estero con alcuni provvedimenti come rendere più agile il processo di riconoscimento di titoli di studi ottenuti all’estero anche fuori dall’Unione europea. Fino ad ora però i risultati sono stati scarsi, e industrie e aziende chiedono ulteriori passi in avanti. «Bisogna migliorare la cultura d’accoglienza», insiste Harding, «la Germania dovrebbe aprirsi di più a partire dalle istituzioni».

In certi settori, anche a livello politico, il messaggio è già arrivato forte e chiaro: proprio oggi il ministro della Sanità, il liberale Daniel Bahr, ha lanciato un appello per facilitare l’arrivo di forza lavoro attraverso una flessibilizzazione delle regole vigenti «abbiamo bisogno immigrazione anche se questa da sola non risolverà i problemi attuali» di mancanza di personale, in particolare paramedico, ha dichiarato a Die Welt. D’altronde una società che invecchia è anche una società che ha bisogno sempre più strutture e personale per la cura e assistenza degli anziani.

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