Una donna al Quirinale. Mario Monti scompagina le carte nel centrodestra e nel centrosinistra in vista della quarta votazione. Annamaria Cancellieri, ministro dell’Interno, è il coniglio nel cilindro del presidente del Consiglio. «Bersani ha dato la precedenza all’unità del Partito democratico, non a quella del Paese», spiega, strizzando l’occhiolino alle circa 300 elettrici su 1007 del presidente della Repubblica. Del resto, il pallottolliere su Romano Prodi è fermo a quota 500 voti: ne mancano almeno 4 al professore per diventare Capo dello Stato.
Sono comunque parole che pesano quelle di Monti. E che rischiano di far saltare il nome di Romano Prodi, l’ex presidente del Consiglio ora in Africa, già bocciato da Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle. «Interessante questa guerra», commenta qualcuno, perché fanno notare nel Pdl e nella Lega, che Monti e Prodi hanno in comune la banca d’affari Goldman Sachs. Il primo fu international advisor, l’alto un consulente. Nelle prossime ore Silvio Berlusconi discuterà a pranzo con i suoi per fare il punto della situazione, ma dalla dichiarazioni del capogruppo Renato Brunetta pare aumentare l’ipotesi di una convergenza sulla Cancellieri.
Nel frattempo un appoggio del centrodestra per il ministro dell’Interno è già arrivato. «Fratelli D’Italia sosterrà Anna Maria Cancellieri» dice Guido Crosettto di Fratelli d’Italia di Ignazio La Russa. Secondo Crosetto la Cancellieri «viene percepita dai cittadini come una persona di buon senso e seria». Ma la stessa cosa vale per la Lega Nord. Roberto Maroni, segretario del Carroccio, è un amico della Cancellieri, quindi pure i leghisti potrebbero alla fine dare il loro appoggio alla donna del Viminale.
Ma di più di saprà alla fine della terza votazione, quando si riuniranno i gruppi per fare il punto. Una sola cosa è certa: dalla quarta votazione servono almeno 504 voti per essere eletti presidente della Repubblica. I candidati che si potrebbero scontrare sono quindi tre: Romano Prodi, Stefano Rodotà e Anna Maria Cancellieri.
Secondo calcoli in Transatlantico, senza tenere in considerazione i franchi tiratori e le assenze, sulla carta, Prodi godrebbe dell’appoggio di tutto il centrosinistra che, comprendendo anche Grandi elettori, socialisti, Svp, centro democratico e altri, potrebbe arrivare a 500 voti (472 parlamentari e 28 rappresentanti delle regioni), cioè vicinissimo al quorum. La Cancellieri, ove appoggiata da tutto il centrodestra e i centristi di Monti e Fratelli d’Italia, arriverebbe a 342 voti.
Rodotà invece – sempre sulla carta – raccoglierebbe solo i voti di M5S, cioè 163. Il totale di questi voti e’ di 1005. Mancano i due senatori a vita Carlo Azeglio Ciampi e Giulio Andreotti che non dovrebbero votare per motivi di salute. Scomponendo il totale dei Grandi elettori viene fuori questo quadro: 315 senatori eletti 4 senatori a vita 630 deputati 58 rappresentanti delle regioni.