Renzi, “Blair è il mio modello. L’Italia va cambiata”

Intervista a sei quotidiani, fra cui «La Stampa» a firma di Marco Bardazzi

Matteo Renzi ha rilasciato un’intervista a sei quotidiani, «El Pais», «The Guardian», «Le Monde», «Gazeta Wyborcza», «Süddeutsche Zeitung» e «La Stampa». Nel colloquio con Marco Bardazzi, il sindaco di Firenze espone il suo punto di vista sul difficile momento del Partito democratico e sui modelli che lo inspirano, fra cui Tony Blair, «che non ha avuto paura di sfidare i suoi capi».

Sull’Europa e le politiche di austerità
«L’Italia per troppi anni ha speso male e troppo. Quindi è stato giusto il richiamo a tenere i conti in ordine. Avrei voluto non una classe politica che dicesse “facciamo questo perché ce lo chiede la Merkel”, bensì facciamolo perché ce lo chiedono i nostri figli e nipoti. Detto questo, l’idea di un’austerità senza riforme e senza crescita è pericolosissima».

Sul suo ruolo nel governo che verrà
«Il problema non sono io, ma l’Italia, che deve mostrare che le cose le fa. Non sono interessato a cambiare il Pd, mi interessa cambiare l’Italia. Mi può interessare cambiare il Pd se serve a cambiare il Paese».
«Tra un anno o due ci saranno le nuove elezioni. Io ho 38 anni, sono un ragazzo molto fortunato, tutte le mattine lavoro in questo ufficio e dovrei pagare il biglietto per entrare. Non ho l’ambizione, come dice qualcuno, di cambiare poltrona. Vorrei cambiare il Paese».

Sull’elezione del Presidente della Repubblica e il suicidio del Pd
«È mancata la leadership da parte del mio partito. SE ci fosse stata, le cose sarebbero andate diversamente. Non a caso Bersani in modo serio ha rassegnato le dimissioni».

A proposito di quale sia il suo modello, Renzi cita Obama e nell’intervista gli chiedono di Blair a cui è associato in Gran Bretagna
«Blair è stato una pietra miliare per la sinistra europea. Le critiche sul suo operato che sono venute dopo non possono cancellare il fatto che è un punto di riferimento straordinario. Adoro una sua frase: “Amo tutte le tradizioni del mio partito, tranne una: quella di perdere le elezioni”. Lo ammiro, è un modello per me anche perché non ha avuto paura di sfidare i suoi capi».

Il sindaco parla anche di Berlusconi e Grillo
«Voglio far parte di una generazione che non ha l’obiettivo di mandare Berlusconi in galera, ma di mandarlo in pensione. Berlusconi si combatte girando pagina, non andandogli contro».

«[Grillo] lo combatto dicendo le cose che abbiamo detto e fatto prima di lui e sulle quali siamo più forti. Perché mi deve dare la linea Grillo? Non inseguo Grillo, gli sto lanciando la sfida».