“Silvio Bentornato” Emiliano nella bufera per un saluto

Il primo cittadino del capoluogo pugliese replica «L’ho pagato di tasca mia»

Ha la serenità e la sicurezza di chi sente di avere la coscienza a posto, limpida. Di chi tenta di spiegare, con parole semplici, un gesto, forse inopportuno, fatto però in buona fede. Con leggerezza, magari ingenuità, ma mosso da una benevola arguzia, che stavolta non è stata propria capita.

Eppure c’era da aspettarselo. C’era da aspettarsi da un personaggio come Emiliano, una trovata simile, l’ennesimo colpo di teatro. Un’ironia sottile, quasi inglese, quella del primo cittadino barese, che sa nutrirsi con studiata precisione di gesti eclatanti, a volte iperbolici, e sempre ben dosati. Come, d’altronde, era prevedibile che quello striscione (“ Caro Silvio, Bentornato”), con tanto di stemma comunale e sigillo “Il Sindaco”, che campeggiava baldanzoso sulla facciata del comune, dirimpetto alla folla del Pdl riunita in Piazza Massari, avrebbe animato le polemiche della giornata. Di ieri e di oggi.

Una “emilianata” bella e buona, tagliano corto stamane i baresi, ormai abituati al temperamento sanguigno e burlone di un sindaco, che ai panni di “sceriffo” (è difficile dimenticare quando promise di far fotografare dalla forza pubblica i balconi dei suoi concittadini, per vigilare sul divieto di sparare botti a capodanno) preferisce ora quelli più comodi di agitatore arguto. L’ennesima trovata pubblicitaria di un sindaco vanesio e amante dei riflettori, commentano i maligni.
Una semplice boutade infelice, quella di ieri, se non fosse per il divieto di esporre qualunque tipo di cartellone dagli edifici pubblici. Il piglio dell’inquirente non l’ha perso mai il sindaco, che presto smentisce le voci dei maligni di averlo pagato con i soldi delle casse comunali: «Lo striscione – nega secco – l’ho pagato di tasca mia».

La politica ingessata, col suo logoro cerimoniale di strategie e tattiche incomprensibili, a Emiliano non piace. E’ un sindaco senza filtri, un meridionale verace, che se deve fare o dire qualcosa, lo fa senza pensarci. Anche a costo di scatenare un putiferio e aprire una crisi politica nella già logorata maggioranza comunale.

I commenti più duri all’insolito benvenuto del primo cittadino sono quelli di Sel. Il gruppo consiliare si dissocia dal gesto, parlando di “iniziativa personale” e giudica “offensivo” il tentativo di minimizzare parlando di «ironia incompresa». Parole pesanti e risolute, che sembrano presagire inevitabili conseguenze. Pare, infatti, che il capogruppo di Sel in consiglio comunale, Pierluigi Introna, abbia telefonato ad uno stretto collaboratore di Emiliano, per minacciare, interposta persona, la revoca della fiducia e l’uscita dalla coalizione. Più cauti, ma non meno contrariati, i consiglieri del Pd, che stanno in queste ore lavorando a un documento congiunto di critica, da presentare quanto prima all’Assemblea consiliare.

Non è bastata la chiosa che Emiliano affida alla sua pagina Facebook: «Io sono l’unico esponente del Pd che ha detto che se il mio partito facesse la grande coalizione con B., io lascerei il partito. Ho letto tutta la notte i vostri giudizi sullo striscione che è stato affisso sui muri del Comune e ho capito ciò che non avevo colto in venti anni di berlusconismo e cioè che ci siamo caricati, reciprocamente, tra le due parti politiche, di un odio smisurato e senza apparente possibilità di soluzione».  Parla di un centro-sinistra radicalizzato su un antiberlusconismo militante divenuto odio viscerale, incapace anche solo di capire come batterlo.

Eppure, il sindaco ha sbagliato tutto: luogo e tempo. Offrire il fianco alle polemiche e ai facili fraintendimenti proprio in quella Bari dove le vicende Tarantini, D’Addario e Laudati sono ancora vive nella mente dei cittadini e dell’intero paese era una mossa da scongiurare. Un autogol da evitare.

Di certo, ha vinto Berlusconi, che, sempre tonico, si è goduto una folla trepidante. In quella stessa Puglia, dove il Pdl, sebbene un ingente calo di consenso – ha perso quasi 500 mila voti – ha stravinto alle ultime elezioni, ribaltando l’esito scontato della vittoria a mani basse del Pd.

Alla fine, però, ha vinto anche un po’ Emiliano, il cui gesto ha un significato e una conclusione politica: o il Partito democratico abbandona la cultura dell’antiberlusconismo, divenuta per troppo tempo l’unica linea politica o si condannerà ad un’eterna sconfitta. 

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