Gruner + Jahr, la maggiore casa editrice di giornali in Europa, parte del colosso mediatico tedesco Bertelsmann, scommette il suo futuro su di una donna. Si chiama Julia Jäkel, ha 41 anni ed è stata in caricata di guidare un titanico processo di rinnovamento in tempi di crisi esistenziale dell’informazione scritta. La notizia è stata annunciata dal gruppo partner in Italia di Mondadori in un comunicato mercoledì sera. Tra i primi compiti della nuova amministratrice delegata ci sarà quello di trovare due nuove guide per la rivista Der Spiegel, dopo lo spettacolare licenziamento degli attuali direttori all’inizio di questa settimana.
È a tutti gli effetti un’ascesa fulminante: Jäkel siede da soli sei mesi nel consiglio di amministrazione di Gruner + Jahr. È sufficiente osservare il carosello del personale del colosso tedesco per rendersi conto che ci si trova di fronte a un cambio di portata storica e a un processo di rinnovamento senza precedenti per la casa fondata nel 1965. Due membri del consiglio di amministrazione vengono licenziati, ne subentrano altri due all’interno di un triumvirato nuovo il cui scopo principale è quello di rinnovare i prodotti. La missione? Adattare una casa editrice di stampo tradizionale alle nuove sfide dell’epoca digitale.
«Soci e membri del consiglio di vigilanza sono convinti che i contenuti e i prodotti della casa editrice G+J hanno un alto valore giornalistico ed economico anche all’interno del mondo dell’informazione digitale», ha spiegato Thomas Rabe, presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo, «però allo stesso tempo siamo convinti che la trasformazione per diventare una casa editrice leader in campo digitale richiede un nuovo ordine: tanto per i contenuti come per il personale manageriale».
Che ad Amburgo tirasse un’aria gelida di rinnovamento in tempi di crisi si era capito già lunedì, quando è stato annunciato il licenziamento dei due cervelli nella sala dei bottoni di Der Spiegel: Georg Mascolo e Mathias Müller von Blumencron. La ragione della rivoluzione della testata controllata al 25,5% da Gunter + Jahr risiede in particolare, secondo una ricostruzione delle Frankfuhrter Allgemeine Zeitung, proprio in una differenza di vedute tra i due sull’area digitale, che non a caso è anche l’aspetto su cui Gunter + Jahr vuole scommettere.
Oltre a Der Spiegel, c’è in atto una nuova ristrutturazione anche nella redazione del settimanale di attualità Stern. Si aggiunge poi la chiusura di sana pianta del Financial Times Deutschland, la versione tedesca del quotidiano della city, creata nel 2000, ma incapace in tutta la sua storia di trasformarsi in una realtà in grado di reggersi sulle proprie gambe.
Le conseguenze della grande trasformazione si sono fatte sentire anche in Italia lo scorso autunno con l’annuncio della chiusura di ben otto testate del gruppo G+J/Mondadori, sarebbe a dire Focus Extra, Focus Domande e Risposte, Focus Brain Trainer, Wars, Biografie, Jack, Geo e l’appena nata Focus Wild.
Ma non è questa solo la storia di una rivoluzione in tempi di crisi. È anche quella della carriera straordinaria di una donna classe 1971: dalla redazione del settimanale Gala, Jäckel è stata chiamata nella squadra incaricata di fondare il Financial Times Deutschland, di cui ha fatto parte prima di passare a dirigere la casa editrice di femminili Brigitte, poi il gruppo Exclusive & Living, e infine Life, gruppo a cui fanno capo una decina di pubblicazioni.
È una buona notizia per il mondo del giornalismo al femminile in Germania: la scarsa presenza di donne ai vertici dei grandi gruppi del settore della comunicazione è un tema di dibattito attuale. L’associazione Pro-Quote si è creata per chiedere le quote rosa del 30% nei quadri dirigenziali dei gruppi editoriali e offre un monitoraggio costante della situazione poco confortante.
Ma è una buona notizia anche per le donne in Europa più in generale. Dopo l’incarico a Natalie Nougayrède di dirigere il principale quotidiano francese, Le Monde, ora un altro gigante europeo del settore avrà una gestione femminile. Qualcosa, forse, si muove.