A Roma venti candidati sindaci e nemmeno una donna

I protagonisti della sfida per la Capitale

Il sindaco uscente Gianni Alemanno, candidato del centrodestra. Il chirurgo Ignazio Marino, vincitore delle primarie del Partito democratico. E poi l’avvocato grillino Marcello De Vito e l’outsider Alfio Marchini. Sono quattro i protagonisti della corsa a sindaco della Capitale. Ma molti di più sono quelli che il prossimo 26 maggio si presenteranno agli elettori romani per conquistare un posto in Campidoglio. Le liste in gara sono ben 62. Una ventina gli aspiranti primi cittadini, curiosamente tutti uomini.

Stando ai sondaggi il più accreditato è il senatore Pd Marino (ancora in attesa che le sue dimissioni siano approvate da Palazzo Madama). Qualche settimana fa si è aggiudicato le primarie di centrosinistra, superando con inatteso margine concorrenti del calibro di David Sassoli e Paolo Gentiloni. Una campagna elettorale tutta giocata sulla trasparenza e la partecipazione. Marino propone referendum pubblici per le scelte strategiche del Campidoglio, nuove regole per gli appalti, l’istituzione di un amministratore unico per le aziende municipalizzate. Qualche giorno fa il candidato democrat ha persino simbolicamente firmato davanti a un notaio “i dieci punti per la trasparenza di Roma”. La sua campagna è seguita dallo spindoctor di scuola Velardi, Paolo Guarino. Il progetto di Marino per Roma prevede tra le altre cose l’apertura di tre nuove linee del tram, la consegna di un assegno da 700 euro mensili alle famiglie sotto sfratto (vincolato a un contratto d’affitto), l’istituzione di un registro delle coppie di fatto in Comune.

Sei liste a sostegno della candidatura di Marino. Ci sono i Verdi, il Centro democratico di Bruno Tabacci, Sel, i socialisti, ovviamente il Partito democratico (i primi 19 posti in lista sono occupati tutti da donne). La lista civica “Cambiamo tutto” è composta unicamente da giovani trenta-quarantenni. Al termine della campagna elettorale, il candidato sindaco di centrosinistra avrà il compito più difficile, riempire la gigantesca Piazza San Giovanni, la location scelta per il comizio finale.

Cerca la conferma Alemanno. Il sindaco uscente, inizialmente in grande svantaggio nei sondaggi, sta colmando la distanza da Marino. La sua candidatura è accompagnata da una grande operazione mediatica per rivalutare gli ultimi cinque anni alla guida della città. In caso di rielezione Alemanno ha promesso che il primo atto della nuova giunta sarà la costituzione di alcune commissioni speciali. Una per valutare le nomine dirigenziali al Comune, una per la semplificazione amministrativa, a cui si aggiungerà l’osservatorio sui lavori pubblici. Sostengono la rielezione di Alemanno l’Udc, La Destra di Storace, Fratelli d’Italia, la lista civica “Cittadini X Roma” e il Popolo della libertà. Molto attivo in televisione, impegnato in una difficile rimonta nei confronti del candidato democrat, Alemanno rischia di pagare alcuni degli scandali che hanno caratterizzato la sua esperienza al Campidoglio. Su tutti la vicenda Parentopoli. Probabilmente saranno decisive due grandi promesse elettorali, su cui il sindaco ha puntato con convinzione: l’abolizione dell’Imu per le fasce più deboli e la chiusura di Equitalia a Roma. Tra due venerdì, il grande comizio di fine campagna con Silvio Berlusconi, davanti al Colosseo.

Più indietro nei sondaggi il grillino Marcello De Vito. Nessun mistero. Anche lo scorso febbraio a Roma la lista a Cinque stelle conquistò molte più preferenze alle Politiche rispetto alle Regionali. Colpa delle liste bloccate del Porcellum, probabilmente. «Per le comunali Grillo sarà un avversario di tutto rispetto – ha spiegato recentemente Alemanno – Ma molto meno di quanto può esserlo a livello nazionale». È solo strategia elettorale? Tra i punti caratterizzanti del programma grillino ci sono l’assunzione di nuovi vigili urbani, lo stop alla cementificazione e un ambizioso piano di mobilità tutto incentrato su metro, bike-sharing e car-sharing. Sicuramente De Vito rischia di pagare il fatto di non essere molto conosciuto, così come potrebbero essere decisive le poche presenze in televisione. Onore al merito: la campagna elettorale del candidato a Cinque Stelle finora è costata meno 10mila euro, un record. Anche per questo a tra due settimane sarà lo stesso Beppe Grillo a tirare la volata in vista del voto. Il blogger genovese dovrebbe presentare il suo candidato sindaco a Piazza del Popolo, in un probabile bagno di folla. 

Più difficile indovinare i numeri di Alfio Marchini, vero outsider della competizione. Attivissimo in campagna elettorale – già da settimane la città è incartata di manifesti con l’inconfondibile cuore spezzato. Imprenditore di successo, erede di una delle più note famiglie di costruttori della Capitale, Marchini si gioca tutto sulla distanza dai partiti tradizionali. I suoi detrattori lo accusano di essere troppo vicino a Francesco Gaetano Caltagirone. Spetta a lui la promessa elettorale più particolare: «In sei mesi risolverò l’emergenza abitativa a Roma». Sono due le liste a sostegno dell’ex capitano della nazionale italiana di Polo: “Cambiamo per Roma” e “Alfio Marchini sindaco”. Un po’ a sorpresa, intanto, la candidatura di Marchini ha scatenato l’interesse di tanti curiosi. Lo conferma il successo dell’ironica pagina facebook in onore di “Arfio Marchini”.

Tra gli altri aspiranti sindaci spicca la figura di Sandro Medici, già presidente del X municipio, sostenuto dal partito pirata, Rifondazione comunista e la lista Repubblica Romana. Punta al Campidoglio anche l’esponente del partito monarchico Italia Reale, il commercialista Angelo Novellino. Spazio al candidato indipendente Alessandro Bianchi, ex ministro dell’ultimo governo Prodi, sostenuto dalla lista Progetto Roma. Un aspirante primo cittadino ciascuno per Fiamma Tricolore, Forza Nuova, CasaPound.