Ieri, al termine di una rovente giornata di polemiche sulla legge salva-Dell’Utri il presidente del Consiglio Enrico Letta si è visto costretto a interrompere il torneo di calcetto a squadre “Palazzo Chigi” per richiamare il Pdl alla lealtà di maggioranza e per spiegare che il dimezzamento della pena per il concorso esterno in associazione mafiosa crea problemi al Partito Democratico. E dispiace.
Oggi, dopo l’ultimo devastante litigio nella giunta per le elezioni tra centrodestra e centrosinistra, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha rimandato a casa il capogruppo del Pd Felice Casson con una nota sul diario da riportare firmata. E dispiace.
La settimana scorsa, dopo la clamorosa protesta in piazza di quattro ministri del Pdl, che hanno marinato la scuola per andare a Brescia a manifestare contro la condanna per Silvio Berlusconi sul processo Mediaset, Letta ha minacciato la sospensione della diaria fino al ritorno in classe. E dispiace.
Intanto mentre c’è qualcuno che in Consiglio dei ministri tira i capelli alle ministre del Pd (pare che sia Renato Brunetta, e – ancora una volta – dispiace) non si sono ancora placati i postumi traumatici della gita scolastica all’Abbazia di Spineto, dopo il clamoroso litigio nel pulmino tra la delegazione del Pd e quella del Pdl per chi occupa i posti di dietro del torpedone (sono molto ambiti perché si possono fare begli inciuci sotto i cappotti). Dispiace, davvero. Anche per Daniele Capezzone che sedeva davanti.
Peró ci sono anche buone notizie: il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha tranquillizzato tutti spiegando che non è caduto (stava solo cercando di imitare il calcio kung fu di Uma Thurman in Kill Bill) e ha convocato Pippo Civati per chiedergli come mai continui a tirare aereoplanini di carta contro Formigoni in Commissione. Dispiace molto.
Intanto, sulle intercettazioni, dopo che il Pdl ha presentato un disegno di legge liberticida per impedire ai Pm di accedere alla tariffa Relax e Family, il vicepremier Alfano dovrà presentarsi a via del Nazareno accompagnato dai genitori. Josefa Idem dovrà rinunciare alla canoa, Matteo Renzi al giubbotto di Fonzie, con cui adesso (dopo il fotoreportage di Chi) dice che vuole anche dormire. E dispiace, dispiace assai. Tra otto mesi Silvio Berlusconi suona la campanella, la ricreazione finisce, i vicepremier se ne vanno in Colonia a Sperlonga e il Cavaliere eletto da un nuovo parlamento se ne va al Quirinale.