Succede che sullo stesso treno Roma-Milano si ritrovano a pochi metri lo storico direttore de il Giornale e fondatore di Libero, Vittorio Feltri, e il giurista Stefano Rodotà, scelto dal M5s per la corsa al Quirinale. Succede che i due si incrociano e Feltri si alza per stringergli la mano: «Professore, come sta?». «Bene, stia seduto, non si preoccupi». Rodotà, vestito in abito grigio, sta per tutto il viaggio seduto a leggere i giornali, e preferisce non concedersi al cronista: «No guardi, non me la sento, ho un’agenda fitta a Milano». Mentre Feltri, in giacca blu e pantalone grigio, dopo aver pranzato con un amico incontrato sul Freccia Rossa, concede l’ultimo quarto d’ora del viaggio a Linkiesta sparando a zero sulle contraddizioni della sinistra italiana, e sul governo Letta: «Cadrà in autunno. Siccome l’Imu non andrà via, andrà via il governo». «Iniziamo? Mi dispiace soltanto che debba restare in piedi».
Direttore Feltri, il Pdl manifesta contro la magistratura, il ministro dell’Interno Alfano scende in piazza. È già in crisi il governo di Enrico Letta?
Sì, perché le manifestazioni della sinistra sono sempre valide a prescindere dai contenuti. Quando le manifestazioni sono organizzate dalla destra vengono criticate, accusate e considerate inopportune da sinistra. La presenza di Alfano è stata ancor più enfatizzata rispetto all’attacco alla manifestazione di Brescia da parte di centri sociali, grillini e militanti di SeL.
Allora che ne sarà del governo Letta? Ci saranno le riforme, o sarà la solita farsa all’italiana?
L’esecutivo cadrà in autunno. Berlusconi ha detto: o via l’Imu, o via il governo. Siccome l’Imu non andrà via, andrà via il governo. Del resto non credo che Berlusconi possa fare questa figuraccia…
Da sabato scorso, il Pd ha una nuova guida, l’ex segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Nonostante ciò emergono differenze. E proprio ieri Massimo D’Alema ha lasciato intendere che Epifani sarà un segretario a tempo.
La situazione è caotica: la convivenza con il Pdl è contraddittoria. Quindi si è incasinato tutto. Consideri che le due componenti del Pd, quella ex-comunista e l’altra cattolica, non si sono mai digerite. E, in un momento di crisi come quello odierno, la distanza fra le due anime si acuisce. C’era un uomo che avrebbe potuto superare le contraddizioni, c’era Matteo Renzi che avrebbe potuto fottere il centrodestra ma hanno fatto di tutto per sconfiggerlo alle primarie.
E se non ci fosse stato Renzi probabilmente non sarebbe ritornato in campo Silvio Berlusconi.
Bravissimo, così staremmo meglio tutti…