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11.45 Renato Soru, ex presidente della Regione Sardegna e fondatore di Tiscali: «Il Pd deve ripartire dal lavoro. Dobbiamo dare pieno riconoscimento sociale. Abbiamo perso il tempo della televisione. Non perdiamo il tempo di internet lasciandolo a Grillo»
11.35 Il neo vice ministro alle Infrastrutture Vincenzo De Luca attacca duramente il partito: «Un partito costituito da correnti non serve a niente. Noi dobbiamo ripartire dai territori»
11.26 È appena arrivato Matteo Renzi
11.23 Parla Speranza: «Ci vuole la politica, e i grandi soggetti politici. E noi dobbiamo dimostrare di esserlo. Epifani? Personalità di profilo altissimo per la sua storia. Noi oggi siamo nelle condizioni di ripartire»
11.13 Alla fine entrano 10 di occupyPd in assemblea che rappresentano tutto lo stivale
11.03 Gli occupyPd sono riuniti fuori dalla fiera per scegliere la delegazione che potrà entrare in assemblea.
10.53 Aspro confronto fuori dall’assemblea fra Fassina e gli occupyPd.
10.48 Ecco i giovani turchi. Matteo Orfini dialoga all’esterno con gli occupyPd e dice: «Spero che oggi non ci siano sorprese».
10.42 Arriva Rosi Bindi e subito attacca: «Voglio chiedere in assemblea che si facciano avanti i 101 franchi tiratori».
10.37 Marina Sereni aprirà i lavori. L’assemblea non è ancora iniziata. Per presentare una candidatura ci vogliono minimo 95 firme. Si voterà dalle 14 alle 16. Il segretario uscente Bersani farà un saluto.
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«Il gruppo indicato dal coordinamento per preparare l’Assemblea nazionale, al termine di due giorni di consultazione e di confronto, ha registrato un’ampia convergenza sulla figura di Guglielmo Epifani, il cui profilo risulta idoneo a condurre il Pd verso la stagione congressuale». È questa la decisione finale, quella che è stata raggiunta dopo 48 ore di intense consultazioni. Consultazioni che si sono svolte tra Montecitorio e il quartier generale dei democratici al Nazareno.
In realtà fino a stamane il nome di Epifani era fuori dalla lista dei “saggi” del Pd, ribattezzati da Fioroni “i caschi blu”. In primis perché Massimo D’Alema e gli ex Pds avrebbero preferito uno di loro alla guida del Pd. E in secondo luogo perché qualche giorno fa l’ex segretario generale della Cgil è stato eletto Presidente della Commissione Attività Produttive alla Camera.
Ma sfilatosi Gianni Cuperlo, già in pole position per il congresso di ottobre, la rosa dei “traghettatori” si stringeva a tre nomi: Anna Finocchiaro, Claudio Martini e Roberto Speranza. La prima si sarebbe sfilata perché ormai impegnata a ricoprire il ruolo di Presidente della Commissione Affari Istituzionale del Senato. Il secondo, secondo quanto riferito a Linkiesta, «era poco conosciuto», e non sarebbe stato digerito da ex Margherita e popolari per il curriculum da ex Pci-Pds-Ds. Mentre Roberto Speranza, dato per favorito fino a stamane, avrebbe sì avuto tutte le carte in regola per ricoprire il ruolo di “reggente”. Giovane, preparato, e, come scherzavano a Montecitorio, «è stato dalemiano e oggi è bersaniano». Ma rappresenta una risorsa per il futuro. Ergo è stato tutelato. Del resto, spiegano alcuni insider, «sarebbe stato costretto a dimettersi da capogruppo alla Camera, e poi si sarebbe rischiato di bruciarlo a poco meno di 35 anni».
Ecco perché la scelta sarebbe poi ricaduta su Gugliemo Epifani. «Un uomo di garanzia» che farà da argine ai sommovimenti di queste ore degli occupyPd, al documento che domani porterà in assemblea Laura Puppato, e alle lamentele di Fassina e Damiano. E, sopratutto, sarà certamente digerito dalla cosiddetta “base”.
E non è un caso che proprio oggi pomeriggio all’incontro fra i giovani parlamentari democratici e gli organizzatori di occupyPd abbia partecipato anche David Sassoli. Il quale avrebbe saggiato gli umori e presentato la proposta dei cosiddetti “saggi” del Pd. Ma sarebbe stato fortemente criticato da un iscritto che gli avrebbe detto: «Siete la classe dirigente che ha fallito, ve ne dovete andare: stai dicendo cose che non stanno in piedi, mi fanno star male. Dovete sentirvi delle merde: io voglio far cadere questo governo perché fa male al Paese». Un segnale chiaro che di certo potrebbe amplificarsi domani in assemblea, quando la delegazione di occupyPd si recherà alla Nuova Fiera di Roma per protestare contro i vertici del partiti, rei di aver fatto nascere il governo a guida Enrico Letta.
Infatti, nonostante si sia trovata una sintesi fra le svariate anime, i democratici preferiscono non sbilanciarsi. «La paura resta» mormorano. Infatti il prescelto Epifani resta cauto: «Calma, calma, aspettiamo domani che non si sa mai». Del resto l’ombra dei casi Marini e Prodi in occasione dell’elezione del Capo dello Stato aleggia sempre nella galassia dei democratici. «E comunque se va male, io non ho problemi. Continuo a fare quello che sto facendo».
Insomma si dovrà aspettare il pomeriggio di domani per comprendere se il Pd è davvero unito. L’assemblea democrat, convocata per le 10, si svolgerà alla Nuova Fiera di Roma. Aprirà i lavori la vice Presidente della Camera Marina Sereni. Parteciperà anche il segretario uscente ma di certo non proferirà parola. «Che deve dire? Ormai è finita l’era Bersani», ironizza un franceschiano nei divanetti del Transatlantico. Parte all’assise dei democratici anche il neo-Presidente del Consiglio Enrico Letta. Parlerà? «Chissà…» dice un parlamentare.
Dalle 14 alle 16 si voterà. E intorno «alle 17:30 avremo il nuovo segretario reggente», dice Marina Sereni a Linkiesta. A meno di sorprese, e, sopratutto di altre candidature. Altrimenti cambierà la road map e «ci sarà il ballottaggio». Del resto le lamentele non mancano, e Pippo Civati è il primo a farlo notare: «Il nome di Epifani è in perfetta continuità con la segreteria dimissionaria».