Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. Il destino del governo Letta si deciderà qui. Nel giro di qualche settimana spetteranno all’organismo di Palazzo Madama alcune delle decisioni più delicate di tutta la legislatura. Dalle richieste di autorizzazioni giudiziarie, fino all’incandidabilità o persino l’arresto per i senatori indagati e condannati.
Al centro delle attenzioni dei ventitré componenti, nemmeno a dirlo, Silvio Berlusconi. Il leader del Pdl che dopo un ventennio a Montecitorio, a febbraio è stato eletto per la prima volta al Senato. I problemi per la maggioranza potrebbero arrivare molto presto. «Il MoVimento 5 Stelle – ha scritto oggi Beppe Grillo sul suo blog – chiederà la sua ineleggibilità (di Berlusconi, ndr) in Parlamento per l’applicazione della legge del 1957 per cui i titolari di una concessione pubblica e i rappresentanti legali di una società che fa affari con lo Stato non possono essere eletti». La sede di discussione sarà proprio la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.
Il Cavaliere rischia di essere dichiarato ineleggibile? Le possibilità non sono molte. «Dopotutto si tratta di una legge che risale a parecchi anni fa – spiega Benedetto Della Vedova, rappresentante di Scelta Civica in giunta – Se finora Berlusconi è sempre stato considerato eleggibile alla Camera, perché non dovrebbe esserlo al Senato?». Il vero tema non è questo. Piuttosto l’intesa di governo tra Pd e Pdl. Al momento di votare l’ineleggibilità del Cavaliere, come si comporteranno i senatori democrat? La maggioranza rimarrà compatta o alcuni parlamentari decideranno di votare secondo coscienza, magari in disaccordo con le indicazioni di partito?
Non è tutto. Stamattina la procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per la presunta compravendita dei senatori durante l’ultimo governo Prodi. Ebbene, da alcuni mesi i pm hanno chiesto alle giunte di Camera e Senato l’autorizzazione a perquisire una cassetta di sicurezza del Monte dei Paschi di Siena intestata a Silvio Berlusconi. Ma anche di acquisire i tabulati delle telefonate del Cavaliere ritenute importanti per il procedimento.
A breve la giunta del Senato dovrà prendere una decisione. Non vincolante, certo. Il voto finale spetta all’Aula di Palazzo Madama. Ma già dalla relazione che sarà approvata si capirà se l’intesa di governo è destinata a durare. I numeri sono in bilico. A questo si potrebbe aggiungere alla fine dell’anno la condanna definitiva sul processo Mediaset in Cassazione, con l’interdizione di 5 anni dai pubblici uffici. Agli otto senatori democrat presenti in giunta si contrappongono i sei del Popolo della libertà. Un componente ciascuno per il gruppo Grandi Autonomie e Libertà, Scelta Civica, Lega Nord, Per le Autonomie e Sel. Quattro per il Movimento Cinque Stelle.
Non solo. A «ballare» in questa giunta ci potrebbero essere pure Roberto Formigoni e Denis Verdini, altri due esponenti del Pdl rinviati a giudizio dalla magistratura. E i componenti potrebbero votare presto provvedimenti fondamentali ai fini delle indagini o del giudizio.
Curiosamente, però, la giunta da cui dipende il futuro dell’intera legislatura ancora non esiste. «Allo stato – racconta il componente grillino Michele Giarrusso – non c’è un organismo costituito per esaminare questi provvedimenti». Tutto vero: l’insediamento dell’assemblea non è ancora avvenuto. Alcuni giorni fa era stato convocata una seduta per procedere all’elezione del presidente. Ma all’ultimo l’incontro è stato cancellato. «Problemi tecnici» spiegano oggi alcuni membri. Appuntamento posticipato alla prossima settimana, raccontano i più informati. Ma non tutti sono d’accordo. «Al momento l’insediamento è stato spostato a data da destinarsi» racconta Giarrusso. A quanto pare si dovrebbe tutto risolvere martedì prossimo. Sarà così?
Resta poi un dato tutt’altro che banale. A chi spetta la presidenza della giunta? La questione è strategica, non a caso a Palazzo Madama si è già aperto il dibattito. Come da consuetudine la guida dovrebbe spettare a un partito di opposizione. Stando alle indiscrezioni che girano a Palazzo, però, i grillini sarebbero fuori dai giochi. Al M5S è stata riconosciuta la presidenza della giunta delle elezioni di Montecitorio (quella per le Autorizzazioni è finita a Fratelli d’Italia). In pole position per quella che potrebbe diventare la poltrona più importante della legislatura restano Lega Nord e Sinistra Ecologia e Libertà, rappresentate in giunta da Raffaele Volpi e Dario Stefano.