Pd, su Chiamparino possibile accordo Renzi-D’Alema

Verso lo scontro fra l’ex sindaco di Torino e Fabrizio Barca

L’uscita di Sergio Chiamparino, «se si creano le condizioni, perché no, posso candidarmi alla segreteria», scuote i democratici. Perché «se un uomo prudente come Sergio – mormorano alcuni insider di Largo del Nazareno, sede del Pd – decide di fare quell’uscita è perché crede di potercela fare». Il “Chiampa”, come viene chiamato negli ambienti democrat, ha le carte in regole per sparigliare le carte fra le varie anime del Pd. Ottimo amministratore, non dispiace agli ex-Ds (provenendo da quella tradizione) ma anche gli ex democristiani di rito popolare e ex-Margherita lo osservano con interesse e rispetto. Ma il l’ex sindaco di Torino non si sbilancia: vuole prima capire. E non è un caso che abbia fatto quell’uscita proprio dai microfoni della trasmissione “Otto e mezzo” condotta da Lilli Gruber.

Allo stato attuale Chiamparino potrebbe contare sul sostegno dei parlamentari vicini a Veltroni. Addirittura l’ex segretario del Pd lo avrebbe voluto come “traghettatore” al posto di Guglielmo Epifani, e sul supporto di chi si riconosce nella linea di Matteo Renzi. Ma potrebbe non bastare. «Uno schema di lavoro da Veltroni a Renzi non riuscirebbe a far eleggere Chiamparino» spiegano. Infatti il sindaco di Firenze preferisce restare con le carte coperte. In primis in virtù di un accordo «sottobanco» con Massimo D’Alema, con il quale ormai dialoga da settimane. «Matteo aspetta l’esito delle amministrative. E sopratutto vuol vedere se inseriscono qualcuno dei nostri all’interno della commissione congressuale» dicono dal fronte renziano. Si fa il nome di Luca Lotti, attuale capo di gabinetto del Comune di Firenze, al quale spetterebbe o un ruolo all’interno del coordinamento per il congresso, o la casella dell’organizzazione, fino ad oggi occupata da Nico Stumpo.

In realtà, riferiscono a Linkiesta, «Matteo starebbe aspettando la mossa di D’Alema». Al quale, dopo i contrasti registrati durante le primarie, sta a cuore il rapporto con Renzi: «Massimo pensa che da Renzi può nascere la vittoria: ne è certo», spiega un dalemiano. Ecco perché, se da un lato i renziani sposano la causa Chiamparino, dall’altro il capo “Matteo” non sbilancia. È ancora presto. Anche perché lo stesso D’Alema sarebbe in grosse difficoltà. La candidatura di Gianni Cuperlo, che sabato in Assemblea ha formalizzato la decisione di essere in campo per il congresso, con il quale ha lavorato per molti anni e che stima moltissimo, non può non sostenerla. Nonostante negli ultimi due anni Cuperlo si sia un po’ sfilato dal lìder maximo, e si sia avvicinato a Bersani, alla fine Cuperlo resta un uomo di D’Alema. E questo “Massimo” lo sa.

Così, a meno di una discesa in campo di Renzi stesso, si prefigura una sfida tra Sergio Chiamparino da un lato, e Cuperlo o Barca dall’altro». Del resto Fabrizio Barca e Gianni Cuperlo si elidono a vicenda. Entrambi vogliono un partito di sinistra che dialoghi con SeL e con il M5s. Ad oggi si tratta di un’utopia dopo la nascita del governo presieduto da Enrico Letta. E allora chi, come Massimo D’Alema, «sta cercando la soluzione che tenga in piedi questo partito», guarda a ciò che succede in Europa per decidere. Come ha scritto ieri su Europa Pierluigi Castegnetti «l’Internazionale socialista di fatto è finita. Non serve più una struttura troppo ancorata al Novecento e a una ideologia ormai superata…». E al suo posto sta nascendo formalmente l’Alleanza dei progressisti e dei democratici, nella quale confluiranno una cinquantina di partiti fra i quali l’Spd, il Ps francese, e certamente il Partito democratico.

«Se le cose stanno così, il segretario che può garantire più il Pd andando oltre il socialismo europeo, e facendo ripartire il Pd con lo spirito iniziale del Lingotto, è proprio Sergio Chiamparino. E Cuperlo potrebbe fare un passo indietro», giura un dalemiano di ferro. Ma è ancora presto. Il congresso sarà in ottobre. E, secondo alcuni insider del Pd, potrebbe subire pure uno slittamento di qualche settimana. Motivo? «Per non danneggiare l’operato del governo Letta», spiegano.

Twitter: @GiuseppeFalci 

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