Oggi in Piazza Affari, alla presenza di banchieri e imprenditori, il presidente di Consob, Giuseppe Vegas, presenterà come di consueto la relazione sull’attività svolta nel corso del 2012. Un anno difficile, non privo di clamorosi scivoloni. Un anno iniziato con la “consulenza” per evitare l’obbligo di Opa fornita a Unipol e Fonsai prima ancora che le due società firmassero l’accordo vincolante per convolare a nozze – episodio che suscitò una dura reazione da parte del commissario Michele Pezzinga – e finito con lo scoppio del bubbone Mps. Su Rocca Salimbeni, come ha spiegato Vegas in un’intervista al Messaggero, la Consob ha iniziato a sentire puzza di bruciato soltanto dall’agosto 2011, nonostante i dubbi del mercato sugli aumenti di capitale del 2008 e del giugno 2011. Limitandosi, fuori tempo massimo, a segnalare alla Banca d’Italia che qualcosa non andava, senza intervenire subito.
Un anno proseguito con la riorganizzazione della struttura pre via amministrativa, a suon di delibere, in modo da accentrare la gestione – prima collegiale, ha detto a Linkiesta il commissario Vittorio Conti – nelle mani di pochi fedelissimi. Un anno in cui, nel corso di un’audizione in Commissione finanze, Vegas ha manifestato ampie perplessità sulla possibilità di fornire informazioni adeguate in merito alla trasparenza sui rischi degli strumenti finanziari, all’interno dei prospetti informativi, per la tutela dei risparmiatori. Un approccio, quello adottato da Consob nel 2012, che sicuramente ha cercato di mettere in sicurezza una Mediobanca sempre più debole. Ai risparmiatori, però, chi ci pensa?