Adesso Marino scopre quant’è difficile fare il sindaco

Polemiche per il gay pride e la pedonalizzazione dei Fori

Chissà se immaginava che una polemica così antipatica sarebbe arrivata tanto presto. Neanche il tempo di prendere possesso del nuovo ufficio al Campidoglio e Ignazio Marino deve già affrontare le prime grane. Una sorpresa dal sapore beffardo. I più rapidi ad attaccare il nuovo sindaco di Roma – lui sempre in prima fila per il riconoscimento delle unioni omosessuali – sono proprio gli organizzatori del Gay Pride. Oggi sfileranno per le vie della Città Eterna. Ma senza di lui. Esausto dalla lunga campagna elettorale Marino ha dato forfait declinando l’invito. «Una risposta irrispettosa e offensiva – ha scritto ieri il portavoce del Roma Pride Andrea Maccarrone – Siamo molto delusi da questa scelta che denuncia una grave sottovalutazione di cosa sia il Pride per Roma».

Fare il sindaco non è facile. E il chirurgo democrat lo sta scoprendo in queste ore. Primo invito disatteso, prima polemica. Primo progetto, primi scandali. In questi giorni a Roma montano le critiche sulla grande promessa elettorale di Marino: la pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Più che uno slogan, il sindaco ne aveva fatto un impegno personale. È stato di parola. E così dal 15 agosto l’area davanti al Colosseo sarà vietata alle auto. «Il giorno prima farò l’ultimo giro con la mia Panda su via dei Fori imperiali – ha raccontato romantico il sindaco – Dopodiché ci tornerò in bicicletta». Un progetto a dire il vero neppure inedito, in città se ne discute da anni. Che ora, però, sta sollevando le perplessità di molti. Una scelta che rischia di aumentare il traffico e di rendere più difficile la vita dei residenti, sostiene qualcuno. Nella zona è già partita una raccolta firme per fermare l’iniziativa del Campidoglio. «Parte della città rischia l’isolamento» attacca il sindaco uscente Gianni Alemanno, che a sua volta sta cercando di adattarsi al nuovo ruolo di leader dell’opposizione.

Per ora Marino si prende qualche giorno di riposo. Dopotutto se lo è meritato. Il primo cittadino passerà il fine settimana con moglie e figlia per riprendere fiato dopo la lunga campagna elettorale. Poi dovrà rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare sul serio. «Roma rinascerà» avvertono i manifesti che il sindaco ha fatto incollare sui muri della città. Ma come sarà la nuova Capitale? Per farsi un’idea di quali saranno le priorità del nuovo inquilino del Campidoglio, basta ripercorrere i primi appuntamenti dopo la vittoria. Un paio di giorni fa, appena entrato nel suo ufficio con vista sui Fori, Marino ha voluto incontrare alcune persone. Una giovane autista dell’Atac (l’azienda romana di trasporti pubblici), i responsabili di un’iniziativa sociale al Corviale, estrema periferia cittadina. Ma anche la madre di un bambino affetto da un grave problema neuropsichiatrico. Solo pubblicità? Il nuovo sindaco assicura di no. Il dialogo con la città dovrà rimanere un punto fermo del suo mandato. Ignazio Marino sarà un sindaco «in mezzo alla gente», dice proprio così. Anzi, ha deciso che un giorno a settimana lo dedicherà all’ascolto dei romani. Appuntamenti pensati per raccogliere lamentele e suggerimenti.

Non solo partecipazione. Sul tavolo del sindaco alcuni scottanti dossier aspettano da tempo di essere affrontati. Il più urgente riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Dopo aver assicurato in campagna elettorale che la discarica di Malagrotta non riaprirà, Marino ha poco tempo per trovare un’alternativa. Non bastano le promesse sulla raccolta differenziata (ambiziose e apprezzabili, ma destinate a dare i primi frutti solo tra qualche anno). Per scongiurare rischi più gravi, entro qualche settimana è necessario individuare un nuovo sito. Un’operazione urgente, che il sindaco potrà affrontare assieme al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (suo grande sponsor politico nella corsa al Campidoglio). All’inizio della prossima settimana è previsto un vertice con il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando per fare il punto e concordare una strategia.

Emergenze e punti fermi. La Roma di Ignazio Marino parte da due grandi priorità, uguaglianza e trasporti pubblici. «Vorrei una Roma capitale della solidarietà in cui nessuno potrà sentirsi solo» ha raccontato ieri il sindaco durante il primo convegno a cui ha partecipato con la fascia tricolore. Non a caso proprio sulla disabilità. «L’attenzione verso i più deboli è stato il faro della mia campagna elettorale». La nuova Capitale? «Solidale, che non dimentica chi è rimasto indietro, che si stringe attorno ai più deboli come avviene in una vera comunità». E poi la mobilità. Per la gioia dei fotografi, il sindaco ha cominciato a raggiungere il suo ufficio con una vecchia bicicletta rossa. Iniziativa lodevole, ma non sufficiente a risolvere il problema delle auto in città. Per rilanciare il trasporto pubblico e decongestionare il traffico, il sindaco è convinto che sia necessario assumere nuovi autisti. Almeno il 20 per cento dell’attuale gruppo Atac. Poi passerà all’individuazione di un nuovo dirigente d’azienda, selezionato rigorosamente attraverso curriculum ed esperienze. «Basta con gli amici degli amici» ha spiegato Marino due giorni fa, durante la festa per il suo insediamento.

Il passo successivo sarà la formazione della giunta. La squadra che accompagnerà Marino per i prossimi anni. Il sindaco ha promesso meritocrazia e competenza, ma è facile immaginare che nella distribuzione degli assessorati peseranno anche gli equilibri politici. La giunta sarà pronta nel giro di due settimane al massimo, ha anticipato il chirurgo. Ma in città alcuni nomi girano già con insistenza. È il caso del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini. Esponente Pd – per il governo si occupa di editoria e attuazione del programma – dovrebbe diventare lui il titolare del Bilancio al Campidoglio. Secondo alcune indiscrezioni è vicino alla Cultura il direttore di Radio 3 Marino Sinibaldi. Mentre l’ex campione paralimpico e vicepresidente del Coni Luca Pancalli potrebbe diventare il nuovo assessore agli Stili di vita (ufficio voluto proprio da Marino). E ancora, i bene informati raccontano che il capo di Gabinetto del sindaco sarà Luigi Fucito. Un funzionario del Senato, con cui Marino ha collaborato a lungo quando era a Palazzo Madama. Il toto-giunta impazza. Dal Partito democratico si fa il nomi di Michela Di Biase, la consigliera comunale finita al centro delle polemiche per gli sms inviati dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini – il suo compagno – durante la campagna elettorale. Difficile che in giunta entri l’ex garante della Privacy Stefano Rodotà, come pure il sindaco aveva ipotizzato. Nel frattempo Marino è ancora alla ricerca di un vicesindaco, rigorosamente al femminile. 

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