Burocrazia e ritardi il medioevo della giustizia civile

Burocrazia e ritardi il medioevo della giustizia civile

Se Atene piange, Sparta non ride: così come per la giustizia penale, anche l’efficienza della giustizia civile non gode di buona salute. Qui sotto pubblichiamo la mappa interattiva sui ritardi della giustizia civile in Italia da cui emerge un dato evidente: l’arretrato giudiziario peggiora di anno in anno. Sotto la mappa interattiva c’è invece una breve spiegazione dei nodi aperti della nostra giustizia civile. Parliamo di questo, cerchiamo di capire come riformare il sistema, invece che impiccarci solamente e ossessivamente ai processi di Berlusconi…

Elaborazione mappe a cura di Paola Bertoli

La legenda indica il numero di casi ancora aperti ad inizio anno e il numero di nuovi casi dell’anno rapportati al numero di casi chiusi nel corso dell’anno. Se questo rapporto assume un valore uguale ad 1, la giustizia civile è molto efficiente, mentre man mano che questo numero diventa più grande, l’inefficienza aumenta (1). Nonostante nella legenda si indichi un valore massimo di “più di 5” questo numero nel 2010 (ultimo anno a nostra disposizione) raggiunge, in alcuni distretti valori fino a oltre 11. Il primato di inefficienza appartengono al comune calabro di Lamezia Terme, il più virtuoso è invece Tortona.

Proprio nel contesto internazionale, l’Italia non fa bella figura. Abbiamo già visto che il nostro paese nel contesto europeo presenta, in media, una durata dei procedimenti civili nettamente più elevata (nonostante ci siano importanti differenze fra i distretti), il che implica inevitabilmente anche maggiori costi. Il tema, non a caso è stato affrontato anche nel Decreto del Fare dove viene riconosciuto che l’inefficienza della giustizia “costituisce, senza dubbio, uno dei fattori esogeni di svantaggio competitivo per la società italiana, in particolare per chi produce e lavora. Siamo al 158° posto nel mondo nell’indice di efficienza di recupero del credito a causa dei tempi lunghi”.

Per completare i tre gradi di giudizio in Italia servono 2866 giorni. In Francia ne bastano 950, 778 in Spagna. Oltre alla lunghezza dei processi, i fattori incriminati della nostra giustizia civile sono la complessità procedurale, scandita da circa 40 passaggi, e la dispersione del 30% del valore della controversia tra parcelle di avvocati e costi burocratici (in Germania il costo, in percentuale del valore della causa, è del 14,4%, in Francia del 17,4%) (2). 
Non è difficile immaginare quanto questo possa pesare per le imprese, sugli investimenti stranieri e sullo sviluppo economico. 

Ma quali sono i fattori che influenzano l’efficienza del sistema giudiziario? Innanzitutto va sottolineato che le discrepanze nell’efficienza dei tribunali dei vari paesi non sono causate dalla spesa, come evidenzia uno studio dell’Ocse. Infatti, sia Svizzera e Italia allocano lo 0,2% del Pil alla spesa giudiziaria ma, se nei cantoni elvetici la durata media di un processo è di 130 giorni, nel nostro paese è quattro volte più lunga.

Viceversa, uno degli elementi che sembra avere maggiore impatto, è l’informatizzazione, fondamentale per facilitare lo “smaltimento” dell’arretrato e garantire l’efficace funzionamento dei tribunali. Non a caso, secondo l’analisi dell’Ocse, i sistemi che investono una quota maggiore del budget nella diffusione delle Ict (Information and Communication Technologies) nel settore giudiziario hanno, in media, una lunghezza dei processi più contenuta.

Fra gli altri elementi identificati dal rapporto dell’Ocse come determinanti per aumentare l’efficienza dei tribunali emergono la specializzazione dei magistrati su una particolare tematica e una migliore organizzazione della governance, in termini di organizzazione e supervisione delle attività dei magistrati e dello staff amministrativo dei tribunali.

Non sorprende inoltre che il numero di ricorsi e di contenziosi aperti contribuisca a allungare i processi. A questo proposito, la certezza del giudizio (o dei tempi del giudizio) consentirebbe di formare delle aspettative riguardo alle potenziali conseguenze legali ed economiche di una determinata azione e di valutare di conseguenza se vale la pena fare ricorso. Questa variabile è anche influenzata dalle leggi dei singoli paesi che hanno diversi livelli di restrizione sulla possibilità di impugnare una sentenza. Per quanto riguarda il contenzioso, secondo l’Ocse, una maggiore concorrenza tra avvocati e la possibilità di negoziare liberamente le tariffe fra avvocato e cliente riduce i potenziali ricavi degli avvocati, diminuendo così di fatto il numero di casi in cui si sceglie la via giudiziaria.

Twitter: @Is_RB

(1) NB: Questo indicatore [(casi nuovi + casi aperti)/casi chiusi] è comunemente usato per misurare velocità/efficienza dei singoli tribunali; tuttavia per una interpretazione complessiva sarebbe necessario disporre di indicatori della qualità/complessità dei processi (difficile da individuare) e tenere anche conto dell’ampiezza degli organici.
(2) I dati riferiti a costi e complessità procedurale sono tratti dal Doing Business Indicator 2013 della Banca Mondiale, che considera i procedimenti legati a inadempimento contrattuale.

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