Casaleggio, da “vate” oscuro a imitazione di se stesso

L’intervista al Corriere della Sera

«Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno. La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato». Se c’è una cosa che Gianroberto Casaleggio non doveva fare era mettersi a parlare come il suo account fake su twitter, quello che sforna massime del tipo: 

Dopo acqua pubblica, espropriare chinotto.

— casaleggio (@casalegglo) June 24, 2013

Quello che Casaleggio non dovrebbe fare è assomigliare alla sua geniale e icastica parodia web:

No Alta Velocità, casomai partire prima.

— casaleggio (@casalegglo) June 22, 2013

Oppure, cito un’altra altra battuta memorabile, così: 

Gestire dissenso in streaming. Minacciare di aspettare fuori dal pc.

— casaleggio (@casalegglo) June 18, 2013

Fini a pochi mesi fa, prima che l’occhio di bue della politica si stringesse su di lui, Casaleggio era misterioso, enigmatico, affascinante: adesso sappiamo che ha dei tratti di genialità, ma anche che aveva preso sei voti, da candidato in una lista civica di Forza Italia, in un comune minore come Settimio Vittone.

Mi convinco sempre di più che nel tempo dei media e della satira totale, basta pochissimo per intaccare l’aura di guru indiscusso, e farti sembrare un po’ trombone. Se Casaleggio avesse tenuto presente la parodia dei suoi video millenartistici fatta dal geniale Maurizio Crozza, forse, starebbe più attento a parlare come un novello Tiresia, come un vate ispirato. Ricordate quel Crozza? «Nel 2045 saranno distrutti tutti i simboli dell’Occidente: San Pietro, la Statua della Libertà, Notre-Dame de Paris… Fabio Fazio».

Io, per esempio, vorrei prendere sul serio Casaleggio quando dice: «Gli eletti devono comportarsi da portavoce: il loro compito è sviluppare il programma elettorale e mantenere gli impegni presi con chi li ha votati». Poi, quando subito dopo Lui stesso aggiunge: «Ogni collegio elettorale dovrebbe poter essere in grado di sfiduciare e quindi di far dimettere il parlamentare che si sottrae ai suoi obblighi in ogni momento attraverso referendum locali», ci sento dietro il sapore del grande teorema che copre la piccola purga. Leggi la grande dichiarazione di intenti, e ti sembra che suoni già di moneta falsa.

L’integralismo e il millenarismo sono come i corsi e i ricorsi della storia, sono grandi e affascinanti malattie epocali: ogni tanto saltano fuori, soprattutto nel tempo di crisi, e indicano una direzione ai cuori smarriti. Ma per fare i profeti negativi, bisogna avere un’aura, un carisma, una vena di follia, e una qualche sbilenca forma di coerenza, quella che accomuna i santi e sognatori. Il Casaleggio di oggi, invece, dimentica di essere un politico, dimentica di essere (di fatto) il segretario del Movimento cinque stelle. Sarebbe bello che Gianroberto potesse continuare a profetizzare come il Crozza che lo imita: «Con la rivoluzione digitale, le stampanti elettroniche potranno riprodurre la frittura via web, il problema è che il toner resterà unto».

Ma per coltivare il mito della profezia negativa ed essere credibili bisogna volare alto. Se poi invece sei quello stesso che ha deciso di espellere Favia e la Salsi perché ti hanno messo in discussione, quando parli di “estinzione della democrazia rappresentativa” non se più credibile. Oppure fai sorridere. Che, a pensarci bene, è anche peggio.

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