La Germania non lo sa, ma l’austerity la ucciderà

Intervista a Ulrike Herrmann

È vero che la Germania si sta accorgendo dei limiti dell’austerity? Se Angela Merkel sta aprendo alla “creazione di un fondo di solidarietà” per il Sud Europa (neanche fosse “Usa for Africa”), in fondo si deve esser resa conto che qualcosa sta succedendo. La speranza italiana, greca, spagnola e – bienvenue! – francese è che tutto si risolverà dopo il fatidico 22 settembre, giorno delle elezioni federali. Per ora, il patto di non belligeranza contro l’austerity sembra tenere.

La formalità della rielezione di Angela Merkel dovrebbe finalmente portare a una nuova epoca nel dialogo europeo. Il problema è che, stappato lo spumante elettorale, la spuma tedesca continuerà a rivelarsi per la propria natura: i tedeschi a rinunciare all’austerity non ci pensano proprio. Con disoccupazione inesistente e un mondo pronto a comprare Volkswagen, a far sacrifici per Roma e Atene i tedeschi non ci pensano proprio.

È ciò che sostiene Ulrike Herrmann, caporedattrice economica del quotidiano tedesco “de sinistra” Tagesspiegel. Come nei cliché tedeschi, è persona diretta, e per una volta non lo è (solo) contro gli italiani, ma anche contro i tedeschi. Herrmann sostiene che i tedeschi non si accorgono che il baratro si sta avvicinando anche per la Germania. Non è una consolazione, ma per una volta fa uno strano effetto ascoltare la franchezza tedesca contro i tedeschi – e non contro il Sud Europa. Linkiesta l’ha intervistata per voi. 

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