Serie A, i bilanci in rosso del calcio che conta

Il report di PricewaterhouseCoopers

Crescono le plusvalenze e i ricavi televisivi, ma gli stadi si svuotano. È questa la fotografia della Serie A scattata da PricewaterhouseCoopers assieme a fondazione Arel nel consueto ReportCalcio 2013. In cinque anni i diritti tv sono passati da 250 milioni a quasi un miliardo di euro, mentre i guardagni dalla compravendita di giocatori hanno segnato una crescita organica media del 20% nello stesso lasso di tempo, arrivando a quota 430 milioni. La partita si guarda ormai seduti comodi sul divano di casa:  abbonati e spettatori sono in drammatico calo, tranne per gli appuntamenti che contano. Dal ’97 a oggi il calo è di 30 milioni di euro, da poco meno di 100 a 70 milioni di euro. Risultato? La perdita netta passa dai 150 milioni del 2007-2008 ai 280 milioni della stagione 2011-2012. Per le società quotate, come Juve, Roma e Lazio, l’effetto perverso della preponderanza dei ricavi da diritti tv si riversa si tifosi che sono anche azionisti: i corsi azionari della loro squadra del cuore dipendono in larga misura da quanto sono disposti a spendere per guardarla su Sky. Nelle prime due tabelle i dati di sintesi su Serie A, B, C e Legapro, mentre i dati dalla terza tabella in poi si riferiscono alla Serie A. 

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