Atene è ancora in crisi e si prepara ad altri tagli

L’apnea greca continua

Alla fine il via libera è arrivato, nonostante le difficoltà e i limitati progressi. La troika composta da Fondo monetario internazionale (Fmi), Banca centrale europea (Bce) e Commissione Ue ha deciso che la Grecia potrà ottenere la prossima tranche di aiuti. Un risultato che secondo gli analisti finanziari era quasi scontato: senza un continuo supporto dei creditori internazionali, Atene non potrebbe farcela a uscire dall’abisso in cui è entrata.

«L’outlook resta incerto». È questa forse la frase che deve spaventare di più. Il rapporto finale della troika è chiaro. Ci sono stati importanti sviluppi sul fronte della privatizzazioni, che però devono andare avanti secondo il memorandum d’intesa sottoscritto. Questo significa anche continuare con i road show per la vendita degli asset statali che sono stati prescelti. Allo stesso modo, la Grecia ha bisogno di ridurre il peso dello Stato e la relativa spesa. In particolare, occorre che sia ultimata la riforma previdenziale e del settore sanitario, che assorbe una grande fetta delle entrate del Paese. Non solo. La troika ha ribadito che occorre che il governo greco introduca misure di messa in mobilità dei lavoratori del settore pubblico in eccesso e porti avanti interventi di ricollocamento del personale. Secondo il comunicato congiunto della troika, inoltre, il governo greco ha poi confermato «il pieno rispetto degli obiettivi fissati sui licenziamenti». È per questo che l’esecutivo guidato da Antonis Samaras presenterà a breve un decreto speciale con tutte le richieste della troika, che sarà discusso al Parlamento. Come spiega un funzionario della Commissione europea a Linkiesta «c’è bisogno di una armonizzazione dei fattori di spesa in modo da uniformare le esigenze del Paese per rendere sostenibile il debito pubblico nel lungo periodo». Il problema è che per ora questa strada è irta di ostacoli.

Sul fronte dei conti pubblici, infatti, la situazione non è ancora stabile. La troika ha spiegato che le autorità elleniche «si sono impegnate ad adottare le azioni correttive per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di bilancio per il 2013-2014 e ottenere un avanzo primario». In altre parole, sono in arrivo nuovi tagli alla spesa pubblica, dato che quelli effettuati finora non sono ancora sufficienti. Secondo l’ultimo rapporto del Fmi il debito pubblico toccherà, e forse supererà, quota 180% del Pil. L’obiettivo finale resta sempre e solo uno: portare questa quota al 120% entro il 2020. Un conto è ribadirlo, un conto è renderlo realtà.

Per garantire questo processo, nessuna opzione deve però essere esclusa. Fra queste, quella di una nuova ristrutturazione del debito ellenico. Secondo Citi le possibilità di un Official sector involvement (Osi), cioè una partecipazione volontaria dei creditori ufficiali a una svalutazione dei bond greci in portafoglio, stanno aumentando giorno dopo giorno. Della stessa linea d’onda sono anche HSBC e UBS, che ritengono che servano altre misure per raggiungere l’obiettivo del Fmi. Del resto, dopo la prima ristrutturazione del debito sovrano, avvenuta nel marzo 2012 tramite il Private sector involvement (Psi), e a seguito del buyback del debito di pochi mesi fa, la situazione è ancora incerta. Considerato che il debito pubblico è pari a circa 300 miliardi di euro e che quasi il 70% è in mano ai creditori internazionali, non ci potrebbero essere altre vie. O questa soluzione, sebbene i vincoli politici siano significativi, o una cancellazione di parte del debito. «Senza un nuovo intervento sul debito, la sostenibilità finanziaria della Grecia è a rischio, sia nel breve termine sia nel lungo», avverte ICAP. È facile che qualcosa sarà deciso solo dopo le elezioni tedesche, previste per fine settembre.

Intanto, la sofferenza di Atene prosegue. Dopo l’approvazione da parte della troika, sarà l’Eurogruppo a dover decidere in che modo elargire la tranche di aiuti. È possibile che si decida di optare per una erogazione in due tronconi, una adesso e una a settembre. Come ricorda un funzionario della Commissione Ue, «non c’è un’emergenza di liquidità per la Grecia, non ci sono problemi per le casse dello Stato», contrariamente a quanto detto dalle autorità greche. La storia infinita della Grecia è destinata a continuare.  

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