Nella vigilia dell’attesa conferenza sulla disoccupazione giovanile che porterà a Berlino domani una ventina di capi di Stato, a cui si aggiungono i ministri del Lavoro e i rappresentanti degli uffici di collocamento ed enti analoghi europei, la Germania sembra restia a voler assumere un ruolo di leader nella conferenza. Se si chiede ai portavoce di governo o della Bundesagentur für Arbeit (BA), l’agenzia federale per il lavoro, quale sia la ricetta tedesca, la risposta arriva come una filastrocca con le stesse parole: «Il mercato del lavoro è in ogni Paese indipendente, per questa ragione la conferenza è utile solo ai fini di uno scambio di informazioni». Ciononostante, la ministra del Lavoro Ursula Von der Leyen ha promesso che domani arriveranno «risultati concreti». Una fonte del governo assicura che a fine giornata saranno prodotti tre documenti in cui verranno fissati obiettivi a breve termine e passi futuri.
Fondi
La Germania ci tiene a precisare che non si parlerà domani di nuovi fondi. «Il Consiglio europeo ha già deciso lo scorso mese di febbraio di stanziare sei miliardi di euro alla creazione di occupazione giovanile tra il 2014 e il 2015», spiega una fonte del governo. La concreta gestione e destinazione dei fondi è uno dei temi che si affronteranno nel vertice di domani.
Partecipanti
Si attendono domani a Berlino il primo ministro italiano Enrico Letta, il presidente francese François Hollande, il leader del governo spagnolo Mariano Rajoy, così come il presidenti rispettivamente della Commissione e il Consiglio europeo, José Manuel Durao Barroso e Herman Van Rompuy, accompagnati dal commissario per il Lavoro Laszlo Andor. Saranno in totale una ventina di capi di Stato e di governo dei 27 Paesi Ue a prendere parte all’incontro, «anche se la lista esatta dei partecipanti non si saprà fino a mercoledì in mattinata» spiega una fonte del governo.
Parola chiave «Best Practice»
Un momento fondamentale di domani sarà lo scambio di esperienze di successo tra gli uffici di collocamento e agenzie analoghe dei vari Paesi. Un rappresentante dell’Arbeitsagentur tedesca assicura che la Germania non ha una ricetta da imporre. «Da sei o sette anni portiamo avanti uno scambio intenso di informazioni con istituzioni analoghe di paesi vicini come Francia, Austria e Belgio», dice. E aggiunge: «Ora questo scambio è diventato obbligatorio nella cornice delle conferenze». L’agenzia tedesca difenderà a questo tavolo l’importanza fondamentale della formazione professionale già durante gli studi, quella che in Germania si chiama «formazione duale» e che è considerata come uno degli ingredienti del successo tedesco.
Sempre su proposta tedesca si consiglierà ai Paesi con problemi di organizzare meglio gli uffici di collocamento, rendendoli più efficaci e in grado di offrire consulenza a chi cerca lavoro. La stessa fonte ammette però che anche in Germania ci sono aspetti da migliorare prendendo spunto da altri Paesi: uno su tutti la pesante burocrazia. «Non bisogna sopravvalutare il denaro», assicura, il rappresentante della BA, però ci sono si programmi che vanno finanziati come le nuove iniziative imprenditoriali, la formazione e la mobilità (e qui ancora una volta si parlerà di «Erasmus per tutti»).
Risultati: tre documenti
Dallo scambio di esperienze nascerà un primo documento, in cui i rappresentanti delle istituzioni del lavoro e dell’occupazione si impegneranno a implementare le cosiddette «best practice». Allo stesso modo, i capi di stato e di governo, con i responsabili del Lavoro elaboreranno un documento su come finanziare i programmi di stimolo. Un ultimo documento sarà un riassunto finale della cancelliera Angela Merkel che comprenderà anche indicazioni sui prossimi passi.