Chi ha inventato (e perché) il Ctrl+Alt+Canc

Storie di tecnologia

Steve Jobs, Bill Gates, Larry Page, Mark Zuckerberg. Nell’immaginario collettivo sono questi i nomi che hanno rappresentato la rivoluzione dell’universo dell’informatica. In pochi conoscono  David Bradley, ingegnere dell’IBM creatore di una procedura che ha rivoluzionato il modo di interagire con i computer, come ha raccontato anche Mental_Floss.

Era il 1981 quando David Bradley entrò a far parte al gruppo di lavoro scelto a Boca Raton, in Florida. Il suo compito era quello di aiutare IBM a progettare i nuovi personal computer dell’azienda, per contrastare i modelli già messi sul mercato da Apple e RadioShack. Il progetto si chiamava Acorn, doveva essere completato nel più breve tempo possibile: un anno, quando di solito per progetti di quel tipo erano necessari dai tre ai cinque anni.  

Il problema della maggior parte dei programmatori era che ogni volta il computer incontrava un problema di codifica, l’intero sistema doveva essere resettato manualmente. E non solo perché al momento del riavvio si attivavano automaticamente un serie di test della memoria, che portavano via parecchio tempo ai programmatori. «Certe volte era necessario riavviare il sistema ogni cinque minuti per risolvere il problema» dice Bradley. 

Bradley si inventò allora la scorciatoia con la tastiera, che innescava un riavvio del sistema senza attivare i test di memoria. Braldey diventò un eroe della programmazione al punto tale che c’era chi lo fermava per la strada per farsi autografare la tastiera. Non poteva poi immaginare che l’istruzione di comando sarebbe divenuta una pratica usuale nell’esperienza informatica degli utenti.

Davide Braldey cominciò a lavorare come programmatore per IBM nel 1975, era il momento migliore per lavorare sui computer, perché iniziavano a diventare sempre più accessibili e lo stesso Bradley ebbe un’importante opportunità per renderli un po’ più popolari. Nel settembre del 1980, diventò il dodicesimo di dodici ingegneri selezionati per lavorare ad Acorn. Il gruppo di lavoro venne spostato dal quartier generale di New York dell’IBM. Bradley: «Nessuno interferiva con il nostro lavoro. La società ci aveva dato carta bianca per il progetto»

L’informatico statunitense si occupò di tutto lo sviluppo del progetto: dalla scrittura dei programmi di input/output fino alla risoluzione dei problemi delle schede wire-wrap. In cinque mesi di lavoro creò la combinazione ctrl+alt+canc. Questa procedura era solo una delle cose che aveva programmato di realizzare, la lista era ancora lunga: «Ci sono voluti solo cinque minuti di lavoro, subito dopo mi sono rimesso all’opera per realizzare le altre centinaia di cose che andavano fatte». Scelse i tasti in base alla posizione ma con il tasto canc in posizione opposta rispetto agli altri due, cosìcché sarebbe stato improbabile che i tre tasti potessero essere premuti accidentalmente in contemporanea. Nella mente di Bradley non passava neanche minimamente l’idea di rendere un servizio agli utenti, né di entrare nel gergo informatico pop. Il suo unico scopo era quello facilitare il lavoro per sé e per i suoi colleghi programmatori, per il quali ogni secondo era prezioso.

Il team riuscì nell’impresa di terminare Acorn nei tempi stabiliti. Nell’autunno del 1981 il pc IBM andava a ruba, una scatola domestica grigia sotto un monitor che sputava stringhe di caratteri verdi. Gli esperti di Marketing avevano previsto che l’azienda avrebbe venduto poco più di 200mila unità in cinque anni. I dirigenti aziendali pensarono addirittura si trattasse di una previsione ottimistica, ma si sbagliarono di grosso. Le vendite del pc IBM si attestarono intorno al milione, con persone di tutte le età che utilizzavano il computer per giocare ai videogiochi, modificare documenti e fare calcoli. L’universo dell’informatica non sarebbe stato più lo stesso.

Eppure solo pochi utenti erano a conoscenza della possibilità di utilizzare «ctrl+alt+canc» sui loro pc. Solo intorno agli anni novanta, infatti, con l’ esplosione di Microsoft c’è stata la ribalta dell’invenzione di Bradley. Tutti i pc dell’epoca infatti «crashavano» mostrando la famosa schermata blu, che ha afflitto per anni gli utenti di Windows. Improvvisamente il piccolo codice di Bradley divenne un affare. Alcuni ribattezzarono il codice «saluto a tre dita», come una sorta di benedizione per i proprietari dei pc.  

Twitter: @FabrizioMarino_

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