Rupert Murdoch continua a rimescolare le proprie carte. E così, dopo aver diviso in due il proprio impero mediatico – ad inizio anno, la parte entertainment e la parte informativa di News Corporation hanno intrapreso strade diverse – si è deciso ad intervenire sul quotidiano che, più degli altri, rappresenta il piatto forte del secondo comparto, almeno a livello di vendite: il tabloid britannico The Sun.
Il giornale più diffuso del Regno Unito ha da poco cambiato timoniere. Il vecchio direttore Dominic Mohan, in sella dal 2009, è stato rimpiazzato da David Dinsmore, aziendalista, ex general manager della branca scozzese del quotidiano e dal folto pelo sullo stomaco – caratteristica comunque indispensabile per mettersi alla guida del Sun. Dinsmore, per intenderci, è “famoso” per aver difeso coi denti la scelta di pubblicare le foto che ritraevano il principe Harry nudo.
In queste ore, il quotidiano scandalistico inglese sta cambiando pelle, ma non anima. Oggi su doppia copertina titola «This is OUR Britain» (proprio così, con “OUR” maiuscolo), su sfondo illustrato. All’interno, una sorta di “manifesto del nuovo Sun” racconta come il Regno Unito stia «cambiando alla velocità della luce», quali siano i punti fermi da cui ripartire e le cose da cambiare. Una «nuova era» guidata dalla tecnologia, che il tabloid più venduto in Uk cercerà di attraversare col vento in poppa.
Da domani partirà infatti Sun+, un esperimento editoriale a pagamento che cercherà di coordinare la versione cartacea e quella online del quotidiano, offrendo ai lettori un’esperienza multimediale completa e strizzando sempre di più l’occhio al lato leggero della formula di infotainment proposta tradizionalmente dal Sun. In redazione sembrano convinti si tratti di una rivoluzione: «Sarà una pietra miliare nella storia del giornale», assicurano dalla redazione.
Il nuovo direttore Dismore ha descritto in questo modo il nuovo corso del Sun: «Vogliamo che il nostro giornale, come una guida, ci spieghi dove ci troviamo e racconti in che direzione crediamo che questo paese debba muoversi. Stiamo invitando i lettori ad aiutarci nel tracciare questa rotta. Sono convinto che sia questo oggi il ruolo dei giornali, e la loro bellezza», ha spiegato il 44enne giornalista scozzese.
Sun+, al costo di due sterline a settimana (ma i primi due mesi sono in promozione ad un pound), permetterà ai lettori di accedere a tutti i contenuti del giornale da ogni piattaforma. Inoltre, offrirà un paio di servizi addizionali: il primo, Sun+ Goals, trasmetterà gli highlights ufficiali delle partite di Premier League a pochi istanti dal fischio finale; il secondo, invece, prevede una serie di benefit speciali per i lettori (download esclusivi, coupon, eccetera) con un valore garantito di 200 sterline mensili ad abbonato.
Non sarà una rivoluzione giornalistica, dunque, quanto piuttosto un piccolo passo verso la riorganizzazione dei modelli di business agonizzanti dell’editoria. Ovviamente, il fatto che sia il Sun ad implementare quello che, a tutti gli effetti, è un paywall di lusso, rende l’intera faccenda più rilevante e interessante da seguire. Nella patria del Guardian, e dell’open journalism tanto decantato dal suo direttore Alan Rudsbridger, da domani l’informazione sarà un po’ meno “aperta”.
*Valerio Bassan è autore dell’ebook “Tutta un’altra notizia. Spunti e strumenti per il giornalismo del domani” (goWare, 2013)
Twitter @valeriobassan