I processi di Berlusconi e le ragioni di Ilaria Cucchi

Due pesi due misure

Anche dopo il marasma di ieri in Parlamento, l’Aventino scomposto minacciato e in parte applicato da parte delle truppe pidielline, incapaci di separare azione politica e di governo dai processi di Berlusconi, con l’Europa e i mercati e ancora prima gli italiani attoniti che guardano e ci guardano, non riusciamo a toglierci dalla testa il breve post di Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano Cucchi, scritto ieri sull’HuffingtonPost. Ne ripubblichiamo un pezzetto qui sotto:

«Io non amo Silvio Berlusconi. Spesso io, Patrizia, Lucia e Domenica ci siamo imbattute in progetti di legge partoriti dalla sua maggioranza che miravano a toglierci le uniche armi a disposizione per combattere le nostre battaglie. Le cosiddette leggi bavaglio. Ma io, Ilaria Cucchi, posso dire a testa alta che odio l’ipocrisia. La Giustizia sta processando Silvio Berlusconi. La Giustizia non vuole che il processo contro di lui termini con la prescrizione dei reati contestati. I magistrati dicono che hanno il dovere di evitarlo perché la Legge con la elle maiuscola lo imporrebbe. Ecco quindi che il processo viene subito fissato. Tutto questo è giusto. Sacrosanto. Ma la legge non è e deve essere uguale per tutti? Ma allora che deve dire la povera Lucia Uva che da ben 5 lunghissimi anni deve subire gli atteggiamenti inaccettabili del Pm Abate che non ha mai voluto rispettare un ordine esplicito del Giudice di Varese di procedere ad accertare cosa sia successo a Giuseppe la notte del 13 giugno 2008 all’interno della caserma dei carabinieri di Varese a seguito e causa della quale è poi morto all’ospedale? Cosa possiamo dire o pensare noi parenti dei veri e propri ” clandestini ” della giustizia italiana? »

Ilaria Cucchi ha ragione. Qualsiasi tentativo di impunità, di sfuggire ai processi da parte di Berlusconi o chichessia, non possono distrarci, per onestà intellettuale, dallo zelo sospetto con cui un pezzo d magistratura persegue il Cavaliere da anni. Invece che amministrare la giustizia e accertare reati com’è giusto che sia, c’è come una quota di magistrati che si immagina, specularmente a Silvio, Unto del Signore, in dovere di rivoltare e bonificare il sistema. Salvo poi essere celeri e veloci solo contro alcuni visto lo stato a tratti pietoso della giustizia in Italia, come denuncia Ilaria Cucchi insieme a migliaia di cittadini e di imprese impossibilitati a farsi riconoscere i propri diritti, praticamente ogni giorno. In ogni caso, se zelo dev’essere, che sia uguale per tutti…

Conclude la Cucchi:

«Allora io voglio chiedere ai Magistrati perché? Forse perché i reati fiscali sono più importanti di quelli che portano ad annientare una vita umana? Perché se è così avremmo una giustificazione razionale, magari criticabile, ma razionale. Ma se non è così allora io dico che le giustificazioni ed i principi di diritto e legalità che vengono invocati dai magistrati a sostegno delle loro posizioni sulla lamentata eccezionalità dei processi a Berlusconi sono figlie della ipocrisia.»

Tanto più in giornate scomposte come quella di ieri, tanto più i berluscones scalciano invocando l’impunità, tanto più posizioni come quelle di Ilaria Cucchi vanno ricordate e sostenute. Anche questo è stato di diritto da rispettare.

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