Sono rimasto stupito dalla nettezza con cui Adele Gambaro, la senatrice del M5S espulsa pochi giorni fa dal gruppo dei grillini a Palazzo Madama ha spiegato cosa intende fare nel suo futuro politico: «Noi fuoriusciti del movimento – ha spiegato ieri nella sua prima apparizione in uno studio tv, a In Onda – potremmo sostenere un governo di cambiamento che accogliesse nel suo programma le nostre istanze su alcuni temi cruciali del programma con cui ci siamo presentati al voto».
Sono rimasto stupito perché a partire da questa frase, e dalle sue conseguenze, potrebbe cambiare tutto lo scenario politico su cui si agita il governo delle larghe intese. L’asse Pd-Pdl, infatti, non sarebbe più l’unica maggioranza politica possibile in Parlamento e questo, ovviamente, è un elemento nuovo.
Ma sono rimasto stupito anche dal personaggio della Gambaro, così diversa dagli stereotipi costruiti contro di lei in questi giorni tra attacchi e denigrazioni via web. Non certo una scaltra cospiratrice, ma piuttosto una esponente autentica – e a tratti persino candida – della società civile, con tutte le sue ingenuità, i suoi dubbi, le sue incertezze. Le ho chiesto: cosa le è pesato di più nell’espulsione? «La farsa della gogna pubblica – mi ha risposto – di un processo stile caccia alle streghe». Per questo, quando lei mi ha raccontato che girava con in tasca il foglio del bonifico appena erogato a una Ong che si occupa di bambini, per dimostrare di non aver tenuto per sé i soldi della famosa diaria, le ho domandato di mostrarlo in diretta: lo abbiamo girato in favore di camera, ed è così, che è stato retwittato in fotogramma da molti militanti del movimento in polemica con lei.
Apriti cielo! Hanno detto a me che sono peggio di Emilio Fede (cosa poco grave, visto che molto ci divide a partire dal lifting) e a lei che è una perfida e scaltra profittatrice. Hanno sottolineato che la data del bonifici era la stessa del programma (come per dire: lo ha fatto solo per poterlo esibire). Fino al giorno prima, insomma, dicevano che Adele Gambaro era uscita dal Movimento di Grillo solo per poter mettere le mani sui soldi. Adesso, invece, con una violenza verbale che a tratti stupisce, dicono che bonifica quei soldi in modo strumentale, solo per sottrarsi alle accuse. Il che determina un bel paradosso: se non rinunci ai soldi, sei una che se ne va perché sei una ladra. Se rinunci ai soldi, sei una furbacchiona che lo fa in modo strumentale. Quel che mi ha stupito ancora di più, è leggere tutto quello che è stato detto sul Web dai fan di Grillo a proposito della povera Gambaro: che è laida, traditrice, ingannatrice, che è una carogna, che fa schifo, che è una ingrata, che andrebbe cacciata a calci in culo, che merita di morire. «Come ha fatto a resistere a questo linciaggio?», le ho chiesto. E lei, con tono molto serafico: «Per una settimana non ho toccato internet». Almeno per questa forza rara, forse, dovremmo prendere Adele a modello.
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