Pannella torna all’antico: “Mi candido a segretario Pd”

Il ruggito del vecchio leone radicale

Non lo ascoltano più, forse perché non è più un Parlamento, forse perché «stufi» delle sue battaglie sull’amnistia e sulla giustizia. Ma tra uno sciopero della fame e uno della sete, il leader storico del partito radicale Marco Pannella è sempre lì, «sul pezzo», come direbbero in Toscana. Non gli sfugge nulla, e segue da via Principe di Amedeo, sede storica di Radio Radicale, l’attualità politica.

E allora quando ti chiami Marco Pannella può succedere che una mattina ti svegli – magari dopo aver dormito due/tre ore e avere fumato decine di sigarette durante la notte –  e decidi di buttarla lì perché tanto sai che te lo puoi permettere. Detto fatto. Stamattina nella calura di fine luglio il «vecchio radicale» rilascia un’intervista ad un sito di giornalismo partecipativo di Radio Radicale, Fainotizia.it. Tema dell’intervista? Nientepopodimenoche il partito democratico: lo stesso partito che non lo fece candidare alla segreteria nel 2007. Lo stesso partito che nel 2008, ai tempi del fu Walter Veltroni, stipulò un’alleanza strategica con il partito radicale, consentendo di candidare nove suoi esponenti all’interno del Pd.  Lo stesso partito che in più di un’occasione ricevette il sostegno da parte di una lista che si chiamava così: “Lista Pannella per il Partito Democratico”. E infine lo stesso partito oggi confuso e diviso sulle regole in vista del prossimo congresso.

Appello agli elettori di Marco Pannella alle elezioni politiche del 1992

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Renzi, Cuperlo, Pittella, Civati, primarie aperte, primarie ai soli iscritti? Sono queste le discussioni laceranti (e stucchevoli) dei democrat. Insomma un dibattito distante anni luce dalle questioni che hanno accompagnato la lunga carriera di “Marco”. E allora Panella cosa fa? Per sparigliare le carte si autocandida alla segreteria del Pd: «Sto riflettendo in questa congiuntura istituzionale e politica, anche per riconoscenza e fiducia in buona parte dell’elettorato tradizionale e nei tanti membri attuali del Partito democratico che condividono con me la tessera del transnazionale transpartito nonviolento Radicale, sulla possibilità e doverosità di rinnovare la mia iscrizione e la mia eventuale nuova candidatura alla segreteria del Pd». Chi lo conosce, rivela a Linkiesta, che «questo è un colpo di genio, Marco non è nuovo a queste uscite. Vorrei proprio vederlo ad una direzione del Pd. Magari farà saltare il tavolo come fece da Giuseppe Cruciani in trasmissione». 

Ecco, “il colpo di genio” di Pannella potrebbe spiazzare i democratici, e, sopratutto, costringere una fetta di partito ad alzare le barricate su una candidatura che già a Largo del Nazareno definiscono «scomoda». E non importa che uno come Sandro Gozi, prodiano di ferro, legga in maniera «positiva» la candidatura, e tiene persino a precisare «che fu un errore all’epoca respingere la proposta e la disponibilità di Marco Pannella». Del resto, continua Gozi, «con Pannella ci sono molto più cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono. Se i membri del Pd conoscessero tutte le battaglie che sta facendo ancora adesso, dovrebbero ammettere che i suoi valori sono quelli Pd».

Non solo. Al netto delle affinità valoriali e di programma, Pannella potrà sempre ricordare a Epifani &Co. che proprio lui, nel lontano 1989, per l’esattezza il 15 novembre, scrisse una lettera su L’Unità indirizzata all’ultimo segretario del Pci Achille Occhetto: «Caro Occhetto, una grande, vera federazione democratica va ormai concepita, creata, di essa il Partito Comunista – in quanto tale – sia inizialmente una componente essenziale e promotrice. Questa Federazione Democratica dovrebbe, in un giro di pochi anni prestabiliti, secondo tappe e regole rigidamente determinate, dar vita al Partito Democratico, di stampo anglosassone, e per una riforma istituzionale di stesso segno. [..]». Una lunga lettera che anticipò quelli che poi fu lo sbocco (mai raggiunto) della sinistra italiana. Che sia adesso il vecchio Marco a rilanciare in extremis su quel sentiero? Lui ci sta pensando. Adesso toccherà ai democratici sciogliere la riserva…

Twitter: @GiuseppeFalci 

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