È tornato – anche se in realtà non se n’è mai andato del tutto – il gran congresso del Pd, il miglior gioco dell’anno, con gli scazzi sinceramente democratici, gli sgambetti, le repliche, le controrepliche, i riposizionamenti, i cambi di passo, le accelerate, gli strappi, i bersaniani, i dalemiani, i veltroniani, i franceschiniani e, adesso, pure i renziani.
Nel Pd vale la regola dell’eterno ritorno dell’eguale: l’estate 2013 assomiglia molto a quella 2012; c’è un leader da scegliere, Renzi-si-candida-sì-o-no, e le regole, ci sono le regole da scrivere. Urge commissione, urge un Nico Stumpo che metta tutti in riga. Segue vocabolarietto Dem, naturalmente incompleto, fra piccioni, scialla!, capicorrente e risorse da preservare.
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Apparato
Ateniesi
Burocrati
Catoblepa
Correntone
Capicorrente
Gente
Idea
Mina
Piccione
Quarantenni
Risorsa
Scialla!
Società civile
Turchi (giovani)
Apparato
Ogni leader ha il suo. Il segretario di solito usa la macchina del partito, gli altri si rifugiano nelle fondazioni, nei think tank, certe volte molto tank e poco think.
Ateniesi
Dopo i Trecento Spartani di Bersani, prematuramente scomparsi, sono spuntati gli Ateniesi di Renzi. Partito geopoliticamente attento, il Pd. Ci sono gli Spartani, gli Ateniesi e i Giovani Turchi (vedi voce più avanti). Qualche ex segretario ha pensato bene di fondare persino il gruppo degli Ultimi Giapponesi.
Burocrati
La figura del Burocrate è un grande classico renziano. Variamente declinata, è incarnata da sovrintendenti, dirigenti dei ministeri, dirigenti del Pd che si riuniscono nei caminetti. Sullo sfondo, un neanche troppo vago sentimento antiromano, per quella Roma da “La Grande Bellezza” moralmente decadente, in cui si fanno festini e tutto procede con grande, enorme lentezza.
Catoblepa
Remake di Fabrizio Barca, che gira l’Italia come un candidato segretario, battendo case del popolo e feste Dem. Cinquanta pagine sulla forma partito. Altri se la sarebbero cavata facile con un video su YouTube.
Correntone
È l’alleanza TTR, Tutti Tranne Renzi. Tutto molto chiaro: il Pd vuole sostituire la guerra di religione fra berlusconiani e antiberlusconiani con quella fra renziani e antirenziani.
Capicorrente
Capibastone, capicorrente. Le correnti esistono nel Pd. Ci sono i bersaniani, i dalemiani, i civatiani, i franceschiniani, i veltroniani. Renzi dice che il “Pd delle correnti non può vincere, al massimo può partecipare”. C’è da dire però che adesso esistono pure i renziani, che si muovono compatti in Parlamento e inviano comunicati a tweet unificati.
Gente
In epoca grillina, ancorché calante dopo il disastro delle amministrative 2013, non si può ignorare la Gente, che commenta gli status su Facebook, twitta, retwitta, defollowa, followa, è un’ansia incredibile, stare dietro a tutta la Gente, il nuovo mito di progresso.
Idea (di società)
“Sì, ma l’idea di società?”. È l’obiezione jolly per replicare alle tesi dell’avversario, sia che stia parlando di spread sia che stia parlando del taglio delle Province. Dov’è, dico dov’è, la tua idea di società?
Mina
Questo governo cammina sulle uova, si regge su equilibri super precari, Enrico Letta deve tenere conto delle bizze dei falchi e delle pitonesse del Pdl, dei vaffanculo fra piddini, delle perplessità dei montiani — a sua volta spaccati dentro Scelta Civica — perché questo governo non è sufficientemente montiano. Sicché, adesso ogni cosa è motivo di dramma, di strappo, ogni sortita è una mina per il governo Letta sulla quale potrebbe inciampare.
Piccione
Dice il sindaco che quelli del Pd lo vogliono impallinare, che tutti in privato gli dicono di star buono, ché prima o poi una caramella gliela allungano e lo fanno candidare premier, basta che non rompa troppo le scatole. Dice che vogliono farlo fuori come un piccione, “ma io non ho molta voglia di fare il piccione”. C’è il tiro al piccione, verissimo. Bersani, D’Alema, bang bang. Ma è anche vero che ci sono piccioni che cercano fucili davanti ai quali piazzarsi.
Quarantenni
Dice che ora tocca a loro. Dopo la generazione dei D’Alema e dei Veltroni, il gruppo dei giovani – in Italia si è giovani fino a quarantacinque anni – reclama il suo spazio nella società. Non avevano l’età giusta per gridare cose orrende nei cortei, ma non tutti sono, nannimorettianamente, così splendidi. Finora si sono accontentati, questi mitici quarantenni, della cooptazione o di fare gli assistenti del leader. Vediamo se riusciranno ad ammazzare politicamente i padri.
Risorsa
“Matteo è la principale risorsa del Pd e con lui bisogna discutere le regole e il percorso congressuale” (Dario Franceschini, 3 luglio) ;
“Tra me e Renzi non ci sono diatribe. Penso che Matteo sia una risorsa per un partito che è l’unico pluralista in Italia” (Nicola Zingaretti, I protagonisti, Rai Uno, 14 aprile);
“Renzi gode di una grande popolarità, questo è indubbio, e può essere una grande risorsa del Pd” (Pier Luigi Bersani, Agorà, RaiTre 9 aprile);
“Renzi è una risorsa importante per il Pd. È un giovane molto intelligente” (Beppe Fioroni, Radio 24, 5 aprile);
“Renzi è una risorsa straordinaria, non dobbiamo nasconderci che è una delle figure su cui puntare per il futuro, è una delle risorse migliori in campo” (Roberto Speranza, 21 marzo, Otto e Mezzo, La7);
“Renzi è stato molto leale, ha fatto una campagna elettorale insieme al segretario fino alla fine. Sono convinta che è una risorsa per tutto il Partito democratico” (Marina Sereni, 3 marzo, Radio 24).
Laddove si dimostra che “sei una risorsa” è come quando dici a una ragazza che non ti piace che ti sta simpatica.
Scialla!
“Matteo, sulle regole scialla! Ci ha appallato”, ha detto Stefano Fassina su la Repubblica, che ha deciso di abbandonare i panni di viceministro per vestire quelli del Giovane, anzi Super Giovane Turco.
Società Civile
Non c’è lista parlamentare preconfezionata che non ne abbia una quota e non ci sarà lista dei candidati alla segreteria priva di qualche professore, architetto, attore, scrittore che si candiderà per il bene del partito, ma ancora prima per il bene del Paese. Ah!, che bella la società, anche quando si dimostra la più incivile di tutte.
Turchi (Giovani)
C’erano, un tempo, Matteo Orfini e Stefano Fassina, che andavano d’amore e d’accordo, erano tipo i gemelli Derrick di Holly e Benji. Con la loro catapulta infernale lavoravano ai fianchi Bersani e gli altri rottamandi. Già, sembrava che anche loro volessero farsi rottamatori, ma partendo dalla sinistra del Pd. L’amicizia e l’alleanza politica non ha retto, e così sono arrivati alla rottura, sì, insomma alle larghe disintese.
Twitter: @davidallegranti