Volete capire la finanza? Cominciate a guardare Mad Men

La serie tv più vista dai benestanti

C’è chi la definirebbe classy. La serie sofisticata che piace ai ricchi e che parla ai ricchi. Del resto Mad Men, dietro le immagini sfuocate dal vino e imbevute dall’alcool, è uno show elegante, con una sceneggiatura curata nei dettagli.

Uno show che fa impazzire la classe facoltosa degli States: il 49% dei telespettatori, parola del canale AMC che lo manda in onda, appartiene a quella categoria tra i 25 e i 54 anni di età che guadagna annualmente più di 100mila dollari. E lo show, anche se indirettamente, parla proprio al pubblico danaroso, fornendo lezioni finanziare utili alle famiglie che appartengono a questo felice ceto sociale.

Sia chiaro, Mad Men non parla di finanza: è un period drama ambientato negli anni Sessanta che ruota intorno alle vicende di un gruppo di pubblicitari di New York. Eppure la società americana Sandy Cove Advisors, specializzata nelle esigenze delle famiglie benestanti, ha analizzato le decisioni finanziarie di alcuni dei personaggi della serie stabilendo come queste possano essere prese ad esempio di comportamenti corretti o avventati. Il risultato è stato pubblicato da The Wall Street Journal che, attraverso quattro eroine telefilmiche, ha riportato consigli utili a chi ha soldi da investire, da spendere o da tutelare.

Per le donne indipendenti e in carriera, come la brillante Peggy (la cui metamorfosi nel corso delle stagioni è simbolo del femminismo e delle conquiste fatte dal gentil sesso nella Storia), è consigliato un accordo prematrimoniale prima di compiere il grande passo, da firmare possibilmente con qualche mese di anticipo rispetto alla data del sì e con tanto di clausole e opzioni segnate per iscritto.

Le madri single che detengono una quota societaria (come la sexy e formosa Joan che, dopo una notte d’amore con un ricco dirigente, si è accaparrata il 5% della Sterling Cooper) devono essere pronte a organizzare il proprio piano di risparmio nel caso che l’azienda in cui lavorino venga quotata in borsa. Bisogna accertarsi che le azioni passino in eredità da madre in figlio, così da tutelare il futuro di quest’ultimo. Secondo una ricerca stilata dalla Pew Research Center Analisys e basata sui dati del censimento oggi il 40% di tutte le famiglie statunitensi con bambini minorenni ha come unica o principale fonte di sostentamento la madre. Di queste, il 63% è composta da donne single. Negli anni Sessanta Joan era un’eccezione, dato che la percentuale di famiglie che avevano come reddito maggioritario quello femminile era solo dell’11 per cento. Chi ne ha la possibilità, suggeriscono gli esperti riferendosi al contesto americano, dovrebbe differenziare gli investimenti: da un lato aprire un fondo di risparmio che consenta loro di sfruttare benefici federali e statali. Dall’altro affidarsi a un fondo fiduciario, all’interno del quale inserire una quota societaria: in questo caso se aumenta il valore delle azioni, si limita l’esborso di imposta.

Evitate poi di farvi ingannare come la signora Dorothy Campbell, madre di Pete: le frodi, quando si parla di badanti, sono all’ordine del giorno. E Dorothy è la vittima perfetta: una donna bianca, single, tra i 70 e gli 89 anni d’età, mentalmente instabile. Lo sfruttamento finanziario degli anziani negli Stati Uniti, secondo quanto stabilito da MetLife, società che si occupa di fornire ai clienti garanzie finanziarie, si aggira intorno a 2,9 miliardi di dollari annui. Il messaggio è chiaro: se dovete cercare qualcuno che si prenda cura dei vostri genitori (come il 42% degli americani lavoratori al giorno d’oggi), ricordatevi di dare un’occhiata al loro conto in banca di continuo.

E infine proteggete i vostri beni: la vita non è sempre rose e fiori, non vorreste trovarvi come i genitori di Trudy, preoccupati che il genero donnaiolo e fedifrago si appropri della loro eredità. Prevenire (riponendo i beni in un trust destinato a figlia e nipote) è meglio che curare, questa è una regola universale che vale in tutti gli ambiti. E Mad Men ce lo ricorda. In ogni puntata. 

Twitter: @aleamu

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