Klaus Davi: «Forza Italia? Il vero brand è Berlusconi»

Ha senso tornare a un vecchio simbolo?

Forza Italia o Popolo della libertà, non cambia poi molto. Alla fine quello che conta è l’unico vero brand: Silvio Berlusconi. Per Klaus Davi, giornalista, esperto di comunicazione politica, non sarà il marchio del nuovo partito a fare la differenza. «Anche se in confronto al Pdl, Forza Italia è un nome bellissimo….». Più rilevanti, semmai, gli errori nella strategia comunicativa degli ultimi giorni. Come il recente ultimatum all’esecutivo. «Ieri Berlusconi ha detto: o giustizia o voto. Uno sbaglio clamoroso. Sembra che pensi prima ai fatti suoi e poi al Paese. Fossi in lui starei più attento, chi fa cadere questo governo si assumerà una grande responsabilità davanti agli elettori». Intanto c’è chi scommette sulla leadership della figlia Marina. «Un’incognita. Dobbiamo prima vederla in campagna elettorale, anche se paradossalmente potrebbe prendere persino più voti del padre».

Klaus Davi, cosa pensa della resurrezione di Forza Italia?
Devo essere sincero, all’inizio ero molto perplesso. In politica il ritorno al passato non è certo un segno di freschezza, né di vittoria. Sulla carta qualsiasi esperto di comunicazione sarebbe contrario al ritorno a Forza Italia.

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E invece lei?
Io ci ho riflettuto parecchio. E alla fine ho capito che il contenitore – sia il Pdl o Forza Italia – in questo caso non conta molto. L’aspetto rilevante è il marchio Berlusconi. Insomma, nelle classiche democrazie il ritorno al vecchio logo sarebbe stato bocciato. Ma l’Italia è un caso a sé.

Insomma, da noi Berlusconi è più forte del partito.
Il vero brand è Berlusconi. E comunque in questo caso il ritorno al passato ha una logica precisa. Ormai il Pdl è divenuto sinonimo di correnti e lotte interne. Una realtà molto vicina al Partito democratico, nella logica berlusconiana. Riprendere il vecchio simbolo – un partito snello, senza nomenklatura – rappresenta un messaggio molto chiaro.

Peraltro il Cavaliere non ha mai particolarmente amato l’acronimo Pdl.
Fa bene… Effettivamente non è il massimo, non ha neppure un bel suono. Siamo seri, Forza Italia in confronto è bellissimo. E poi contiene il nome Italia.

Gli elettori capiranno? Presentare sulla scheda il vecchio simobolo non trasmetterà un’immagine di antico, di immobilismo?
Certo, da tecnico direi proprio di sì. Però ripeto, qui si tratta di tornare al 1994. Ideologicamente parlando. Il messaggio che vogliono dare è questo: “Voglio tornare indietro perché quella era la vera rivoluzione liberale che non ci hanno lasciato fare”.

Stando agli esperti, l’elettorato sembra premiare il progetto.
Se posso permettermi un giudizio politico, chi fa cadere questo governo si assumerà una bella responsabilità. Al contrario di quello che si dice in questi giorni, io non sono così convinto che i sondaggi premieranno Forza Italia. Chissà, forse Silvio Berlusconi non va più in giro nel Nord Italia e non se n’è accorto. Ma i suoi elettori stanno soffrendo molto. Imporgli la tortura di un altro anno senza governo non mi sembra una scelta corretta. Io starei bene attento.

Oppure si dovrà essere bravi comunicatori e scaricare le responsabilità sugli avversari.
E in questo Berlusconi è abilissimo. Anche se ieri ha fatto un errore clamoroso. Parlo di quell’ultimatum al governo: “o giustizia o voto”. L’immagine è quella di chi pensa prima ai fatti suoi e poi al Paese. È stata una scelta veramente sbagliata. La giustizia penale non è mica una priorità per gli italiani. Come il tema delle intercettazioni, esclusi politici e giornalisti non frega niente a nessuno.

Il Cavaliere che non si può candidare in Parlamento può essere un ostacolo?
Nel Pdl pensano di supplire in parte al problema con la presenza della figlia Marina. Certo, è una bella incognita. Oggi non sappiamo ancora come sarà Marina Berlusconi, come gestirà la comunicazione e la politica…

Non sembra troppo convinto della transizione padre-figlia.
Dico solo che non mi sembra un passaggio così semplice da far digerire ai propri elettori. Marina è una grande imprenditrice, apprezzata a livello internazionale. Una persona molto pacata e moderata. Ma rimane una scommessa. Chissà, magari può prendere anche più voti del padre.

Non si rischia l’effetto brutta copia?
Direi proprio di no. Anzi, la successione generazionale rappresenta anche una bella risposta al renzismo. Ripeto, al momento Marina Berlusconi resta una scommessa. La dobbiamo misurare in campagna elettorale. 

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