Stavolta l’Italia è più avanti della Germania. Dallo scorso aprile al governo c’è Cécile Kyenge, ministro di origini congolesi (e lasciamo perdere, per carità di patria, le polemiche successive, dall’orango alle banane…). E in Parlamento, già prima di questa legislatura, erano arrivati esponenti politici di origini africane. Nel 2008 il congolese Jean Leonard Touadì, nato a Brazzaville il 25 gennaio 1959 ed eletto con l’Idv. Il partito di Antonio Di Pietro aveva già portato in Parlamento (europeo, in quel caso) un’italiana di colore, la somala Dacia Valent (ex Pci e Pds). Poi ci sono stati l’algerino Khaled Fouad Allam nel 2006 (L’Ulivo), la marocchina Souad Sbai (2008, Pdl), l’egiziano Magdi (poi Cristiano) Allam (2008). Nel 2013 è stato eletto nel Pd Khalid Chaouki, di origini marocchine. La Germania ancora non è arrivata a tanto. Alle prossime elezioni federali di settembre, potrebbe però iniziare un nuovo capitolo della storia politica del Paese. La sfida è nelle mani di Karamba Diaby, un cittadino tedesco di origini senegalesi, candidato socialdemocratico per la circoscrizione di Halle. È il terzo uomo dell’Spd nel Land della Sassonia Anhalt e ha quindi ottime probabilità di diventare il primo deputato di colore ad accedere al Bundestag.
La storia di Diaby, un chimico di 51 anni che è diventato cittadino tedesco a tutti gli effetti nel 2001, si inserisce in un processo di cambiamento della Germania, impegnata da anni a togliersi di dosso l’immagine di Paese poco attento alle sue minoranze etniche. La sua candidatura nell’est è un gesto coraggioso. Halle, la sua città, è uno dei bastioni in cui l’estrema destra xenofoba ha costruito la sua forza a partire dagli anni ’90. Nelle ultime elezioni regionali della Sassonia-Anhalt (2011), il partito neonazista Npd, di cui molti in Germania continuano a chiedere la proibizione, ha ottenuto addirittura il 4,8%. Mentre che anche nel consiglio comunale di Halle si siede un rappresentante dell’NPD.
Sulla base di questi dati, la rivista Der Spiegel ha descritto recentemente la sua candidatura come «un esperimento», visto che ci sono quartieri della città in cui il candidato di origini senegalesi rischierebbe addirittura la vita. Diaby è stato tra i primi a reagire all’articolo per smorzare i toni. Si è detto «offeso» e «preso in giro» per la descrizione della città che lo ha accolto e lo ha già eletto per incarichi pubblici locali. Ha ammesso di essere stato picchiato negli anni Novanta e di aver ricevuto minacce di morte nel 2011 in seguito a un’intervista rilasciata a un quotidiano di estrema destra, ma ha assicurato che vive tranquillo e felice in questa località. La sua brillante carriera politica si deve, a detta sua, anche all’appoggio di concittadini.
«Una persona intelligente dovrebbe sapere che come assessore ho fatto parte del Comune della città, è un incarico che non ottenni per sorteggio ma attraverso una elezione normale in cui fui votato dalla popolazione», ha affermato in un’intervista a Die Zeit, «può essere vero che ci sono persone che hanno problemi con il colore della mia pelle, ma io spero di essere accettato per i miei progetti».
Il Parlamento federale ha già aperto le porte negli ultimi decenni a deputati di origine turca, curda, croata e di radici iraniane, mentre il governo federale di centrodestra si vanta di avere un ministro di Economia, il liberale Philipp Rösler, nato in Vietnam. A livello nazionale sono 81 gli uomini e le donne di origine straniera che corrono per uno dei seicento seggi del Bundestag.
La storia del candidato Karamba Diaby non è per questo meno eccezionale. Atterrato a Lipsia all’epoca della Ddr, quando aveva 24 anni, con una borsa di studio per imparare il tedesco, si trasferì un anno dopo ad Halle dove si laureò in chimica. Fu un dirigente studentesco e grazie alle sue conoscenze in campo chimico riuscì a impedire che dopo la caduta del muro alcuni squali immobiliari si impadronissero di piccoli appezzamenti di terreno che venivano gestiti da cittadini locali senza fini capitalistici. Riuscì a dimostrare che i giardini non erano contaminati ed evitò l’esproprio. La popolazione di Halle non dimenticò mai questo piccolo grande risultato e lo premiò ripetutamente con la fiducia. Anni dopo, Diaby è un politico navigato. Sotto lo slogan «la diversità crea valori», la sua corsa al Bundestag sembra destinata al successo.
Twitter: @NenaDarling