Le grandi banche popolari sono davvero sicure?

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L’esame ecografico dei ‘calcoli’ nelle banche mette a confronto 4 banche popolari: Banco Popolare, UBI Banca, Banca Popolare dell’Emilia Romagna (BPER) e Banca Popolare di Milano (BPM). Per comprendere la differente dimensione dei quattro istituti di credito può aiutare questa tabella:

Banco Popolare e UBI hanno dimensione simile, mentre BPER è poco più della metà (in termini di portafoglio crediti) e BPM circa 1/3. Tutte e 4 le banche hanno subito seri danni sul portafoglio crediti nel periodo 2009-2012:

Insieme hanno visto crescere i crediti deteriorati di 28 miliardi di euro, ma con tassi di crescita simili per UBI, Banco Popolare e BPM (CAGR intorno al 30%) e doppi per BPER (59%), la quale però ha aumentato il suo perimetro di consolidamento nel 2009 e nel periodo 2010-12 ha avuto una crescita molto più ridotta. In ogni modo anche per queste 4 grandi banche si è trattato di un raddoppio del portafoglio critico in soli 4 anni. Venendo agli accantonamenti fatti nei 4 anni questa è la situazione:

• Banco Popolare e BPER hanno dovuto staccare rettifiche decisamente più elevate nel 2012 rispetto all’anno precedente, mentre per UBI e BPM la progressione è stata più morbida.

• ad eccezione di BPM che ha accantonato circa il 50% del nuovo flusso 2009-2012 di crediti dubbi, tutte le altre 3 popolari sono state su livelli piuttosto bassi (dal 33% di BPER e Banco Popolare al 41% di UBI, che si rapportano con l’80% di Unicredit e il 58% di Intesa). Forse per questo motivo le popolari di Verona e Modena hanno dovuto correre ai ripari nel 2012.

Abbastanza diversa la situazione delle 4 popolari se si esaminano l’incidenza dei crediti dubbi lordi sul portafoglio crediti alla clientela e il rapporto tra crediti dubbi, questa volta al netto degli accantonamenti, e patrimonio di vigilanza.
 

– UBI e BPM presentano situazioni decisamente migliori sia sul primo che sul secondo indice.

– il bilancio di Banco Popolare rimane sostanzialmente appesantito dall’eredità Italease, ma BPER non è poi così lontana nella percentuale di crediti dubbi sul totale, leggermente al di sotto del valore di MPS (20,8%).

Dall’analisi e dal confronto si può comprendere come Banco Popolare sia ancora alla caccia dell’obiettivo di stabilizzazione. La crescita dei crediti dubbi del 2012 ha interrotto una serie che aveva dato l’impressione di una gestione molto attenta. UBI Banca è in una posizione decisamente migliore, ma anche nel suo caso la crescita del 2012 è notevole e suona un campanello di allarme. Il giudizio su BPM e BPER va rimandato alla semestrale 2013 per capire se sia stata fatta sufficiente pulizia nei crediti e se gli accantonamenti non continueranno a spingere l’utile netto in territorio negativo.

Infine il confronto sulla percentuale di accantonamenti rispetto al totale dei crediti deteriorati, che vede Banco Popolare e UBI allineate su valori piuttosto contenuti (26%) rispetto a BPM (34%) e BPER (37%). A confronto Intesa, Unicredit e MPS sono tutte oltre il 40%. Per questo motivo è da ritenere probabile che la Banca d’Italia faccia ulteriori pressioni sulle prime due banche per aumentare la percentuale di copertura nel 2013 e colmare il divario dalle altre banche maggiori.

Twitter: @linkerbiz

Articolo originariamente pubblicato sul blog di Fabio Bolognini 

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