A partire dal primo di agosto le madri tedesche di bambini fino a tre anni hanno diritto ad un nuovo sussidio: 100 euro al mese (che presto diventeranno 150). Eppure almeno fino a due giorni prima della data prestabilita in alcuni stati federali non era arrivata alcuna richiesta per ottenerlo. Perché?Il sussidio è un argomento che rimane molto controverso. Voluto come “regalo elettorale” dai conservatori bavaresi, è visto da molte donne tedesche come un incentivo inadeguato ai tempi.
È nato sotto il nome di Betreuungsgeld, che significa “denaro per la cura” dei figli piccoli, ed è destinato alle madri che tra il primo e il terzo anno di vita del figlio decidono di occuparsene personalmente a casa invece di servirsi di strutture pubbliche. È pensato per quelle famiglie in cui uno dei genitori, spesso la madre, rinuncia per tre anni al lavoro e alla carriera per prendersi cura dei figli. Doveva essere un ultimo regalo elettorale del governo di Angela Merkel, ma stando ai primi dati riguardo alle richieste, la gran maggioranza delle donne tedesche non sembra aver gradito la mossa.
In Turingia le autorità non hanno ricevuto alcuna richiesta da parte delle famiglie, mentre che nell’intero Meclemburgo Pomerania Anteriore sono arrivate solo 44 richieste, un totale vicino a quello dello stato occidentale della Renania Palatinato. Nella città di Berna, secondo dati dell’agenzia Dpa, sono state prese in considerazione solo una trentina di richieste, mentre ad Hannover ne sono arrivate undici. Nella conservatrice Baviera sono arrivate invece circa 500 richieste: la proposta iniziale è partita dalla Csu.
La Germania è di fronte ad un dibattito ideologico. Ma le donne, al di là del colore politico, con il loro scarso interessesembrano mandare un segnale chiaro. «Si tratta di fornire alle famiglie libertà di scelta», spiega a Linkiesta Klaus Zeh, presidente della Associazione delle Famiglie Tedesche, e rappresentante conservatore della Cdu in Turingia. L’adozione del sussidio per le madri che si occupano dei figli piccoli è parallela all’introduzione del diritto a un posto all’asilo nido per tutti i bambini a partire dal primo anno d’età che entra anch’esso in vigore in agosto. Secondo Zeh, «solo le famiglie possono sapere qual è il modo migliore di crescere i propri figli», e pertanto è giusto incentivare anche chi rinuncia al nido. «Il sussidio non è ancora forse uno strumento perfetto ma va nella direzione giusta», aggiunge.
Eppure tutti i partiti dell’opposizione così come le organizzazioni femministe e dei diritti delle donne condannano duramente la misura che minaccia di «allontanare le donne dal mondo del lavoro», in parole pronunciate del candidato cancelliere socialdemocratico (Spd) Peer Steinbrück questo fine settimana. La ministra della Famiglia, Kristina Schröder ha reagito con indignazione criticando l’ingenuità di Steinbrück che pensa che 150 euro al mese possano fare dimenticare a una donna la propria carriera.
Così facendo, la ministra ha però dimostrato di conoscere poco la variopinta realtà del paese dove esiste una enorme comunità di immigrati turchi in cui l’integrazione delle donne è già molto difficile. Per le madri di questo gruppo sociale un ulteriore incentivo a occuparsi interamente dei figli significherebbe una condanna a una reclusione nelle mura domestiche. Lo stesso vale per le famiglie più disagiate o le madri sole che vivono con gli aiuti sociali: su un assegno di aiuti complessivo di circa 500-600 euro, 150 fanno una bella differenza. Valutando i primi progetti di introduzione del Betreuungsgeld, già nel 2008 l’Ocse aveva descritto l’iniziativa come “un disastro” perché, tra le altre cose, era visto come un incentivo all’abbandono del mercato del lavoro da parte delle madri, che a sua volta è una delle principali cause della relativamente alta povertà infantile in Germania.
«Rifiutiamo il Betreuungsgeld perché dà due falsi segnali», spiega Christel Humme dell’SPD, «il primo è che le donne ricevono denaro per stare a casa e rinunciare a lavorare, il secondo è che le famiglie ricevono denaro se decidono di non usare una struttura pubblica per i propri figli. Si tratta di due segnali totalmente inadeguati ai nostri tempi. Abbiamo bisogno dei due miliardi che il Governo ha investito in questi progetti per costruire più asili e migliorare le infrastrutture».
Twitter: @NenaDarling