I primi ad utilizzarlo con profitto sono stati proprio i suoi creatori. Con il quartiere generale in Lussemburgo, ed uffici sparsi tra Stoccolma, Tallinn, Londra, Tafu e Praga, Janus Friis e Niklas Zennström avranno tratto un grande giovamento dalla possibilità di collaborare sfruttando la connessione internet, o di vedere i propri cari durante le trasferte di lavoro. Chissà se, al tempo del lancio della prima versione, si sarebbero aspettati che la loro invenzione avesse questo impatto sul mondo. Probabilmente, sì. Ma ci sarà voluta una bella dose di ottimismo: con la velocità media delle connessioni internet dell’epoca, interruzioni e interferenze saranno state la regola, non l’eccezione.
Skype compie oggi 10 anni. Lanciato in beta nell’agosto del 2003, il software di VoIP e messaggistica istantanea è oggi ben lontano dalla piccola startup dell’epoca. Prima di tutto, per la sua diffusione: gli ultimi dati parlano di 280 milioni di utenti, una cifra ragguardevole. Poi, per la sua valutazione: acquistato per la prima volta da eBay nel 2005 per 2,5 miliardi di dollari, è stato comprato nell’ottobre del 2011 dalla “concorrenza”, Microsoft Corporation, che per assicurarselo ha staccato un assegno da 8,5 miliardi. Una volta nell’azienda di Bill Gates, Skype ha inglobato il moribondo Windows Live Messenger, l’ormai ex colosso delle comunicazioni istantanee.
Che cosa ha cambiato, Skype, in un decennio. Il suo funzionamento, un ibrido tra un sistema peer-to-peer ed uno client-server, ha portato col tempo un grande miglioramento nella qualità e nella stabilità delle chiamate. Negli anni, il software ha introdotto diverse novità assolute, tra cui quella delle videochiamate, disponibili a partire dal 2006. Ma anche esperimenti diversi, come la possibilità di inviare soldi ad altri utenti tramite account PayPal, oppure l’opportunità di condividere il desktop del proprio computer con il nostro interlocutore, per mostrare l’avanzamento di un progetto grafico o guardare un film a distanza, contemporaneamente.
L’impatto di Skype sulla quotidianità è stato senz’altro profondo. In primo luogo, perché ha rinsaldato i legami a distanza: guardandosi negli occhi, inevitabilmente, la comunicazione interpersonale migliora. Ogni relazione, amorosa, d’amicizia, di parentela, vive infatti anche di un forte componente visiva. C’è, poi, anche chi ha utilizzato Skype con creatività, tenendo lezioni universitarie ad una platea distante 10.000 chilometri oppure esibendosi in concerti per un pubblico residente oltre oceano. Io, per esempio, ho discusso via Skype la mia tesi di master, in collegamento tra Berlino e Milano. Una vera e propria rivoluzione. Con un solo nemico: la scarsa larghezza di banda.