Il governo di Enrico Letta sta provando a contenere le spese della pubblica amministrazione “per decreto”. L’atto licenziato nel Consiglio dei Ministri di lunedì 26 agosto – come noto – prevede un ulteriore taglio delle consulenze e nuove norme in merito all’acquisto ed all’utilizzo delle cosiddette auto blu. Articoli la cui validità sarà tutta da verificare, l’esperienza insegna quanto sia complicato cercare di frenare gli importi delle fatture intestate alle amministrazioni centrali dello Stato.
Larga parte della spesa pubblica è poi rappresentata da quanto viene impiegato a livello di enti locali e regioni, organismi sui quali – complice l’attuale versione del Titolo V della Costituzione – Palazzo Chigi ha limitati poteri di intervento. Letta ed i suoi Ministri hanno pensato a una stabilizzazione dei “precari storici” della pubblica amministrazione, chi dimostrerà di avere una certa anzianità di servizio potrà godere di una quota riservata dei posti messi a concorso. Un accorgimento che potrebbe essere depotenziato dal passaggio parlamentare del decreto legge; il Pdl – tramite il capogruppo a Montecitorio, Renato Brunetta – ha fatto intendere di non vedere di buon occhio le “stabilizzazioni”.
In Sardegna, alcuni consiglieri regionali di scuola forzista dimostrano di non essere in sintonia con il numero uno dei deputati berlusconiani. Complice la norma varata dal Governo, hanno subito pensato di proporre l’assunzione a tempo indeterminato per 930 dipendenti stagionali dell’Ente Foreste della Sardegna. Con lo scopo di combattere gli incendi e preservare il demanio forestale hanno chiesto alla Giunta di Ugo Cappellacci di modificare “urgentemente” la legge istitutiva dell’Ente, prevedendo l’assunzione del personale stagionale con un costo complessivo di 12 milioni di euro.
Una cifra considerevole anche per una Regione a statuto speciale abituata ad avere più competenze rispetto alle omologhe a Statuto ordinario. «Quanto verificatosi questa estate riguardo la drammaticità degli incendi – spiegano i consiglieri Stochino e Pittalis – rende urgente e indispensabile modificare la normativa al fine di introdurre in organico i 930 operatori semestrali che andrebbero stabilizzati per l’intero anno, superando il confine fra dipendenti continui e discontinui».
Questi ultimi, proseguono gli eletti del Pdl «verranno inquadrati all’interno del servizio di Protezione civile impegnato nella prevenzione agli incendi e nel primo intervento di contrasto durante la stagione estiva, mentre nel resto dell’anno saranno impegnati, dopo un corso di riqualificazione professionale e di formazione, in interventi di contrasto alle calamità naturali, agli eventi franosi e a tutto quanto può accadere nelle stagioni invernali». «In tal modo – sostengono gli esponenti della maggioranza di centrodestra – daremo risposta anche alle legittime proteste delle organizzazioni sindacali per quanto concerne i turni massacranti a cui sono stati sottoposti tutti gli addetti alle operazioni di spegnimento e bonifica degli incendi. In questo modo supereremo il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione che non è valido per questi settori e daremo corso alle nuove indicazioni del Governo riguardo la stabilizzazione dei precari».
Insomma, Letta e D’Alia rischiano di dare il via a una serie di “stabilizzazioni” su tutto il territorio nazionale. Reclutamento del personale che potrebbe essere favorito dall’incedere di importanti appuntamenti elettorali; come nel caso sardo, dove nell’ultima settimana di febbraio si voterà per eleggere il nuovo governatore e rinnovare il consiglio regionale.
I costi dell’intera operazione sarebbero poi di gran lunga superiori ai 12 milioni di euro preventivati dai proponenti, i nuovi assunti dovranno percepire lo stipendio sino al momento del pensionamento, non solo per il prossimo anno. Le dimensioni dell’operazione proposta si comprendono meglio se si rapportano i numeri dell’ente sardo con quelli dei Vigili del Fuoco. Il Viminale ha previsto di stabilizzare 1.000 operatori discontinui del Corpo nazionale, contratti che comprenderanno però l’intero territorio nazionale.
Insomma, l’idea di Letta rischia di essere un boomerang per la contabilità pubblica o per la valorizzazione della stracitata meritocrazia, con buona pace dei teorici della spending review. Intanto, rimanendo nell’ambito delle Regioni a Statuto speciale, in Sicilia si pensa alla stabilizzazione del dieci per cento degli oltre ventimila precari impiegati negli enti locali. Il ministro D’Alia, nativo di Messina, ha garantito la massima attenzione sul tema. Le prossime settimane serviranno a capire quanti precari riusciranno ad acciuffare il tanto agognato “posto fisso”.
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