Combattivo più che mai. Chi ha la possibilità di incontrare Silvio Berlusconi dopo la lettura della sentenza con cui la Cassazione conferma la condanna a quattro anni quasi si stupisce. Nessun passo indietro. Di fronte alla pronuncia della Suprema Corte il Cavaliere non si arrende e non si abbatte. Certo, la prima reazione è di sconcerto e amarezza. Sicuramente di rabbia. Ma prevale di gran lunga la determinazione a non farsi da parte.
Sono da poco passate le 20 quanto il gruppo dirigente del Popolo della libertà si presenta alla spicciolata a Palazzo Grazioli. Una dimostrazione di solidarietà e affetto in quella che molti racconteranno essere «una serata difficile». Ma è anche il primo gabinetto di guerra dopo la sentenza, la riunione per decidere la nuova strategia politica.
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Dopo alcuni giorni di isolamento il Cavaliere incontra il partito. È lui a dettare la linea, leggendo ai presenti alcuni passi della lettera che poco dopo registrerà in un videomessaggio. Il Pdl continuerà ad assicurare lealtà al governo Letta, almeno nell’immediato. Anche se deve essere chiaro a tutti che la responsabilità dimostrata finora non sarà incondizionata. Non a caso, parallelamente, il partito dovrà prepararsi al futuro. «Con buona pace dei più attendisti – racconta uno dei presenti – la sentenza ha convinto definitivamente Berlusconi a ripartire con l’avventura di Forza Italia».
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Nel pomeriggio il Cavaliere ha atteso la sentenza della Cassazione in compagnia di pochi intimi. I figli Marina e Piersilvio, il braccio destro Gianni Letta, il vicepremier Angelino Alfano. A Palazzo Grazioli si sono fermati a lungo anche gli avvocati difensori Niccolò Ghedini e Franco Coppi, che hanno preferito assistere alla pronuncia della Corte assieme al Cavaliere, disertando le aule del Palazzaccio.
Quando in serata arriva lo stato maggiore pidiellino, il Cavaliere tira fuori la grinta. Falchi e colombe si stringono attorno al leader. Certo, il ritorno a Forza Italia sembra premiare la linea dell’ala più intransigente del partito. Ma per ora l’ex premier preferisce non prendere decisioni definitive. Come spiega ai suoi, al momento il Pdl deve continuare a sostenere il governo delle larghe intese. A confermarlo è il presidente della Commissione Giustizia Francesco Nitto Palma, che verso le 21.30 lascia la riunione di Palazzo Grazioli per incontrare i giornalisti su via del Plebiscito (chiusa al traffico per motivi di sicurezza e blindata dalle forze dell’ordine). «Continuiamo a sostenere il governo – annuncia l’ex guardasigilli – lo avevamo detto e lo ripetiamo. Il governo è nato per servire il Paese e continuerà a servirlo». È la linea ufficiale.
Enrico Letta può tirare un sospiro di sollievo? In realtà nessuno sa fino a quando l’esecutivo potrà contare sul sostegno dei berlusconiani. Durante l’incontro nella residenza dell’ex premier si parla anche di una possibile crisi di governo. Alcuni tra i componenti della delegazione governativa – a partire dal sottosegretario Michaela Biancofiore – rimettono il mandato nelle mani del Cavaliere. Una decisone prematura. Per staccare la spina al governo, meglio attendere la ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva. «Se l’esecutivo cadrà, dovrà cadere su temi importanti come l’Imu e la giustizia. Non per le vicende giudiziarie del Cavaliere» conferma sottovoce più di qualcuno. La convinzione di tutti è che allora il primo partito a non reggere la situazione sarà il Pd.
Del resto Berlusconi preferisce tenersi la mani libere. Nel videomessaggio trasmesso verso le 22, il Cavaliere evita accuratamente di citare il governo Letta. Dopo giorni di silenzio, l’ex premier torna a parlare dal suo studio di Palazzo Grazioli. La voce spesso commossa, non riesce a celare l’emotività del momento. Nel video Berlusconi ripercorre orgogliosamente la sua storia politica e imprenditoriale. E annuncia, di fatto, la sua intenzione di rimanere al centro della scena. Nessuna resa. Soprattutto nei confronti dei magistrati. O meglio, «una parte della magistratura», diventata «un soggetto irresponsabile, una variabile incontrollabile ed incontrollata».
Ma il videomessaggio serve anche per confermare l’avvio di una nuova stagione politica. Silvio Berlusconi non si tira indietro. A tratti il suo intervento sembra annunciare un’imminente campagna elettorale. «Dobbiamo continuare la nostra battaglia di libertà» spiega. A settembre rinascerà Forza Italia. Il movimento dovrà ripartire «dai giovani migliori e le energie migliori del mondo dell’imprenditoria, delle professioni e del lavoro. Insieme a loro rimetteremo in campo Forza Italia e chiederemo agli italiani di darci quella maggioranza che indispensabile per modernizzare il Paese». A partire dalla riforma della Giustizia. Più in campo di così. Berlusconi gioca con una spada durante il tour elettorale del 2006, a Napoli (Mario Laporta/Afp)