Tutto quello che c’è da sapere sull’Olinguito

La mappa delle zone in cui vive

WASHINGTON – Ha gli occhi grandi, la pelliccia brunastra e ama la nebbia. Si chiama Olinguito, assomiglia un po’ a un cagnolino e un po’ a un orsacchiotto, ed è il primo mammifero carnivoro ad essere stato scoperto in America negli ultimi 35 anni.
Gli scienziati dello Smithsonian Institute sono andati a scovarlo tra le foreste pluviali del Sud America, armati di videocamere, per poi completare le ricerche nei laboratori di Washington e annunciare la loro scoperta in una calda giornata di Ferragosto.
 «La scoperta di olinguito dimostra che il mondo non è stato ancora completamente esplorato, e i suoi principali segreti non sono stati ancora rivelati,» dice Kristofer Helgen, curatore della sezione mammiferi presso il Museo Smithsonian di Storia Naturale.

Le pellicce di olinguito nella collezione del Field Museum’s sono state il punto di partenza degli scienziati, per dimostrare che si trattava di un nuovo mammifero
«Se si possono trovare nuovi carnivori, quali altre sorprese ci attendono? Così tante specie nel mondo non sono ancora note alla scienza. Documentarle è il primo passo per comprendere la piena ricchezza e diversità della vita sulla terra», dice Helgen, che ha guidato il team di ricercatori.
Scoprire una nuova specie di animali richiede tempo. Per Olinguito, specie più piccola del già noto olingo e parte della famiglia dei procioni, ci sono voluti dieci anni.
Gli scienziati americani hanno inizialmente studiato quasi tutti gli esemplari noti di olingo ospitati nei musei di scienza naturale del mondo, hanno confrontato le loro pellicce, il Dna e sono poi partiti per le foreste della Colombia e dell’Ecuador per sapere se ve ne fossero ancora degli esemplari tra le foreste.

Una comparazione tra i teschi dell’olinguito (gli ultimi a destra) con quelli degli olingo. Dal confronto si nota la diversa forma e la misura più piccola dei teschi di olinguito

Ne è venuto fuori che questo mammifero dai grandi occhi e che fa solo un figlio alla volta è piu’ piccolo degli olingo, ha la pelliccia più lunga e dai colori più vivaci. La testa misura circa 35 centimetri, la coda arriva fino a 42 centimetri e pesa poco meno di un chilo.
Mangia prevalentemente frutta e nettare, ma anche insetti.
L’olinguito è un animale solitario, dicono gli scienziati dello Smithsonian, e ama vivere di notte, saltando da un ramo ad un altro della foresta.

La mappa delle aree in cui vive l’olinguito, ricostruita dagli scienziati dello Smithsonian Institute

La prima conferma della sua esistenza è giunta da un video di pochi secondi girato con una videocamera da Miguel Pinto, uno zoologo ecuadoregno. Da lì, un viaggio di tre settimane alla ricerca degli olinguito ha coronato il sogno dei ricercatori americani, che oggi possono vantarsi di una scoperta eccezionale.

Ma la vita di olinguito – il cui nome scientifico è Bassaricyon neblina, da cui il riferimento alla «nebbia» delle foreste pluviali – è a rischio. Il team dello Smithsonian ha stimato che il 42% dell’habitat storico degli olinguito è già stato convertito in zone agricole o urbane. «Le foreste andine sono un mondo a parte, pieno di specie uniche, molte delle quali minacciate o in pericolo», dice Helgen. «Speriamo che l’olinguito possa servire da ambasciatore delle foreste dell’Ecuador e della Colombia per portare l’attenzione del mondo a questo habitat così importante».

Twitter: @CiancioTR

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