Nel Pdl è l’ora del chiarimento. Ma parla solo Silvio

Vertice alla Camera

Dopo due giorni ad alta tensione, nel Popolo della libertà arriva l’ora del chiarimento. Verso l’ora di pranzo il Cavaliere riceve a Palazzo Grazioli i ministri dimissionari, in serata incontra alla Camera i gruppi parlamentari del Pdl. I dissapori tra falchi e colombe? Acqua passata, assicura Berlusconi. Certo, l’ex premier non ha gradito le accuse rivolte dai “diversamente berlusconiani” all’ala più oltranzista del partito. «I panni sporchi si lavano in casa» ricorda più volte. Eppure assicura: «Ci siamo chiariti, ogni incomprensione è stata risolta».

Nella sala della Regina di Montecitorio va in scena un confronto franco tra il leader e i suoi parlamentari. Franco, ma non troppo libero. I presenti raccontano che a prendere la parola è solo il Cavaliere. L’esperienza delle larghe intese è finita, detta la linea Berlusconi. Il Pdl è disposto a votare il blocco dell’aumento Iva, la cancellazione dell’Imu e la legge di Stabilità, purché l’esecutivo approvi i provvedimenti in una settimana. Poi l’Italia deve tornare al voto.

Nella riunione alla Camera nessuno si smarca. Nel partito non tutti condividono la decisione di staccare la spina al governo, almeno così si racconta. Ma nel vertice di Montecitorio il dissenso non emerge. Sarebbe difficile il contrario, visto che nessuno può prendere la parola. A rivelare il particolare è l’ex capogruppo Fabrizio Cicchitto, che uscito dalla riunione racconta: «Al termine del vertice ho chiesto che venisse aperto un dibattito. Stasera, ma anche domani. Mi è stato detto che non era possibile». Quando si dice il confronto.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter