Fa persin tenerezza lo sfogo di Fabrizio Saccomanni pubblicato stamattina dal Corriere della Sera attraverso la penna del suo direttore, Ferruccio de Bortoli. Il ministro del Tesoro, che si dice pronto a dimettersi nel caso continui l’assalto alla diligenza dei partiti della maggioranza (Pdl anzitutto ma anche Pd), il balletto su Iva e Imu e l’ipocrisia di scaricare pubblicamente sull’Europa scelte votate e condivise in Parlamento, sostiene una cosa vera: l’irresponsabilità della classe politica è infinita e senza appello. Si continua a giocare sulla pelle del Paese, continuamente sull’orlo del baratro.
Riconosciute a Saccomanni le ragioni di Saccomanni, ci sono però due cose che non tornano nel suo ragionamento. La prima. Tutta questo stupore drammatizzante per la situazione che si è creata ci sembra fuori luogo. Che le larghe intese avrebbero prodotto stallo e un semplice feticcio di stabilità e di riformismo era scritto fin dall’inizio. Dov’è la notizia? L’esperienza del governo Monti è lì a dimostrarcelo. Troppe zeppe, troppi strattoni, troppi egoismi, troppe timidezze da parte di chi lo sosteneva per produrre riforme e buona politica. Perché con Letta, considerati gli stessi azionisti politici, dovrebbe andare diversamente? Non scordiamoci che questa classe politica è quella che ha portato nel 2011 il Paese ad un passo dal default costringendo prima i tecnici a tornare in campo, poi Giorgio Napolitano ad un anomalo bis al Quirinale. È davvero così stupefacente che continuino imperterriti e senza pudore a scalciare?
La seconda considerazione, e questa davvero c’entra poco con l’instabilità politica: veramente non si trovano su 800 miliardi di spesa pubblica complessiva 1,6 miliardi di euro per scongiurare il rientro nella procedura di infrazione dell’Ue (restando nel tetto del 3% deficit pil) come dice il ministro Saccomanni? Qui le responsabilità sono anche del governo e del dicastero di Saccomanni, finora incapaci di presentare un pacchetto incisivo di tagli, nonostante le ampie sacche di sprechi e inefficienze che si annidano nel paese…
Se proprio Saccomanni deve minacciare dimissioni, lo faccia per delle scelte che valgano la candela: non un miliardo raccattato qua e là, ma una vera ed incisiva spending review, da applicare qui ed ora…