L’8 aprile del 2011 è stato un momento triste per molti. Quel giorno, tramite la propria pagina Facebook, la pornostar americana Sasha Grey annunciò il suo ritiro dalle scene hard dopo aver girato ben 271 film (molti dei quali sono ancora in cima alle classifiche dei download e delle visualizzazioni online).
Sasha Grey – per l’anagrafe Marina Ann Hantzis – oggi ha 25 anni e senza rinnegare nulla, ha trovato l’amore e ha cambiato vita, puntando sulla recitazione, la musica e soprattutto sulla scrittura. Basta entrare in libreria per essere accolti da ogni tipo di libro erotico, nefasta conseguenza del fenomeno delle “50 sfumature” ma c’era una comprensibile curiosità su “The Juliette Society”, firmato proprio da Sasha Grey (in Italia edito da Rizzoli, pp. 288 €15). Ci si avvicina al libro per curiosità e si finisce intrigati da una trama fortemente voyeuristica, crasi delle torride atmosfere del Marchese De Sade e del surrealismo di Luis Buñuel, in cui si narra il risveglio sessuale di Catherine grazie all’amica e confidente, Anna.
Fra citazione di film d’autore e fantasie erotiche sempre più vivide, Catherine verrà iniziata nella Juliette Society, in cui gli uomini che dominano economicamente il mondo si lasciano sottomettere per raggiungere il culmine del piacere sessuale. L’orgasmo come motore del mondo. Del resto il feeling fra Sasha e il cinema è forte tanto da aver già recitato in The Girlfriend Experience diretta dal premio Oscar, Steven Soderberg, non passando certo inosservata ma se si facesse un film vorrebbe che Mia Wasikowska fosse la sua Catherine.
Per realizzare questa intervista per Linkiesta ho inseguito Sasha lungo la sua tournée europea e l’ultima risposta è giunta dalla lontana Russia. «Tutti amano Sasha. Ora più di prima. 271 film e un successo mondiale raggiunto in pochi anni, diventando un’icona del porno…»
E poi cos’è successo, Sasha?
Nel 2009 ho avuto il mio primo grande fallimento. Avevo creato una società di produzione di film per adulti con un vecchio socio in affari ma è andata male. In soli tre mesi la società è stata sciolta. Ma a quel punto avevo già fatto recitato in The Girlfriend Experience e in altri piccoli film indipendenti. Così ho dovuto prendere la decisione: avviare una società di produzione da zero, trovando nuovi finanziamenti, oppure continuare a dedicarmi alla recitazione, alla cinematografia e alla musica come avevo già fatto ma stavolta con un impegno full-time. La scelta, in fin dei conti, è stata semplice perché avevo raggiunto tutti i miei obiettivi come performer di film per adulti, quindi non aveva senso per me continuare a lavorare per altre aziende, ed era impossibile gestire una società di produzione come un lavoro a tempo pieno mentre cercavo di raggiungere nuovi traguardi professionali. Quel fallimento è stata la molla del cambiamento.
Da Marina Ann Hantzis a Sasha Grey. Cos’ha significato questo passaggio?
È un nome. Ha segnato la mia identità mediatica ma non ha cambiato chi sono davvero. Però io preferisco essere chiamata Sasha anche adesso, perché con questo nome sono cresciuta e diventata adulta ed è una cosa che ha grande significato per me.
C’è sempre grande ipocrisia attorno il mondo del porno. Oggi ha ancora senso parlare di tabù?
Dal punto di vista sessuale qualsiasi genere di rapporto sessuale con gli animali o con le feci è sempre stato un tabù per me e mi sono sempre fermamente opposta. Per il resto, beh, se il sesso è consensuale tra le parti, credo che dovremmo essere liberi di divertirci nel modo che vogliamo. Purtroppo ci sono ancora molti moralisti che hanno bisogno di qualcosa cui opporsi perché è il bisogno di odiare ad alimentare la loro esistenza. Questa gente riesce a vivere, a provare qualcosa solo indirettamente, disprezzando e giudicando le esperienze altrui.
Come hai vissuto il passaggio dal set hard a quello con il premio Oscar Steven Soderberg dietro la macchina da presa?
È stata senza ombra di dubbio una delle più grandi esperienze che abbia mai avuto e ho imparato molto. Più di tutto mi ha colpito l’atmosfera meditativa sul set, la cura riposta in ogni singolo dettaglio e inquadratura. Ma pochi sanno che anche dopo The Girlfriend Experience ho girato altri film hard e questo sì che è stato piuttosto surreale.
Una società segreta in cui gli uomini potenti, per qualche ora, si lasciano dominare ricerca del piacere puro…Come è nato “The Juliette Society”?
Ho avuto molte fan di sesso femminile che guardano abitualmente i film porno e sono proprio loro a soffrire maggiormente la routine, la prevedibilità dello schema del film per adulti. Credo che la parola scritta sia più potente e più stimolante di tutti i film che si possono trovare online.
Quali sono i tuoi classici della letteratura erotica di riferimento?
Mentre scrivevo The Juliette Society, alcuni libri hanno avuto una forte influenza su me, classici immortali come Thérèse Philosophe e Le 120 giornate di Sodoma.
Sasha, secondo te è possibile che da qualche parte esista davvero una Juliette Society?
Ci spero davvero e chissà, magari hanno persino letto il mio libro!
Com’è stato scrivere scene erotiche: divertente, eccitante o difficile?
Eccitante!.
Ma nella vita vera, fuori dal set, ti senti più simile ad Anna o a Catherine?
Scelta difficile ma davanti ad un bivio direi Catherine. Eppure su alcune cose siamo davvero lontane, ad esempio lei ed io abbiamo prospettive molto diverse sull’amore. Anna invece, è un esempio su che tipo di donna non volevo diventare; lei riesce ad ingannarti a tal punto che al primo impatto sembrerebbe essere una buona amica per Catherine.
Il risveglio di Catherine comincia guardando “Bella di giorno” di Luis Buñuel e più in generale, nel libro il cinema e il lato voyeur hanno un peso determinante, non trovi?
Senza dubbio. Il mio primo amore è stato il cinema e mentre costruivo il personaggio di Catherine ho subito sentito che doveva essere una studentessa di cinema, del resto lo sono stata anch’io per un breve periodo prima di entrare nel mondo del porno. Registi come Buñuel e Fellini sono di grande ispirazione per me e ho sempre amato il loro uso dell’assurdità, della fantasia e la loro sessualità. Sapevo che avevo bisogno di condurla in un viaggio e “Bella di giorno” è stata la scintilla necessaria perché Catherine prendesse fuoco. Proprio come accade per i classici della letteratura erotica, anche questi film sono un riflesso della vita dei loro creatori, il che mi ha molto ispirato.
Sasha, che ne pensi della trilogia delle “50 sfumature”?
Ho letto il primo libro della trilogia. Credo che sia stato un grande successo perché ha permesso di aprire un dialogo sul BDSM, sdoganandolo nella nostra cultura pop solitamente molto moralista. Prima il BDSM è solitamente inteso come un abuso, una violenza sul partner per cui questo comporta davvero un passo enorme a livello culturale. Una pecca? Però mi sarebbe piaciuto che la protagonista non avesse questa tendenza a giudicare, ad etichettare tutto e forse anche per questo non è il tipico libro che avrei letto.
Musicista, fotografa, scrittrice, performer per adulti…quale sarà il prossimo passo, Sasha? Magari la maternità e una vita lontana dai riflettori?
Ho solo 25 anni, ma ho trovato il mio amore. Nella mia vita privata sono una ragazza romantica e la famiglia è molto importante per me. Non penso sia il momento di fare un figlio, voglio godermi la vita, la mia arte e il mio amore. Ho un cane e la cosa si è rivelata molto impegnativa per me, quindi non sono ancora decisamente pronta per essere responsabile per un altro essere umano!
Twitter: @fmusolino