Unbreakable, le foto coraggiose delle vittime di stupro

Progetto fotografico

«Porto avanti questo progetto per la ragazzina molestata e violentata dal suo padrino; per la tredicenne costretta a fare sesso dopo aver bevuto troppo ad una festa; per quella obbligata a praticare sesso orale in mezzo ad una discoteca. Lo porto avanti per ogni uomo ed ogni donna che sono sopravvissuti ad un abuso sessuale».

Grace Brown, dal Massachusetts, ha 21 anni e una passione per la fotografia. Nel 2011, non ancora ventenne, ha iniziato a ritrarre le vittime di violenza sessuale con la sua macchina fotografica, chiedendo loro di scrivere su un cartello una delle frasi rivolte loro dallo stupratore prima, durante o dopo la violenza, e di mostrare le parole davanti all’obbiettivo. Un modo per esorcizzare finalmente lo spettro di un abuso talvota taciuto per anni, e per sensibilizzare sul tema attraverso l’arte.

«Ho scoperto che sopravvivere alla violenza», questo è il mantra che ripete Grace, «è possibile». Oggi, Project Unbreakable raccoglie più di duemila fotografie, molte delle quali inviate spontaneamente alla fotografa dalle vittime, e coinvolge attivamente altre tre ragazze. Del progetto, che negli ultimi mesi è stato presentato in diversi college americani, hanno parlato in molti: da TIME, all’Huffington Post, dal The Guardian a Buzzfeed.

Ecco alcuni degli scatti raccolti sul Tumblr ufficiale del progetto (qui un video di presentazione).

«Se lo dici a chiunque sarai nei casini tanto quanto me»
Io avevo 13 anni, lui 50. Fu condannato a 33 anni di prigione

«Sei bellissima». 
3 mesi dopo: «Oggi ringrazio Dio per te»

«Il fatto che non abbiamo fatto sesso è una buona cosa. Potrei andare in prigione per questo», disse subito dopo avermi stuprata. «Sono solo il tuo insegnante di tennis». Non era solo il mio insegnante. Era il mio stupratore. Dopo otto anni decisi di rompere il silenzio, lui andò in prigione.

«Sto solo cercando di mostrarti quanto ti amo»

«Guardami, per favore, ho bisogno che mi guardi… Mi hai fatto paura. Pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato». L’hai fatto

«Vuoi ancora qualcosa da bere?»

Twitter: @valeriobassan

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