Fra tutte le specie zoologiche e immagini fantastiche a cui ci aveva abituato la politica in questi mesi, questa ci mancava: è nata infatti la “finanziaria Yo-Yo”: la finanziaria che non finisce mai di riscriversi, la finanziaria elastica che si allunga e si accorcia a seconda del caso, degli interlocutori, delle reazioni dell’opinione pubblica, delle condizioni metereologiche, dei rapporti di forza tra i politici.
Pensate che nostalgia per i bei tempi in cui si celebrava il leggendario “assalto alla diligenza”. Sembrava barbarie, invece rispetto a oggi era una cosa seria: perché un testo apparentemente austero veniva stravolto dalle richieste, veti, gioco al rialzo di tutti i lobbisti presenti in Parlamento. In quegli anni ogni partitino, ogni lobby e ogni gruppo di potere, per certi versi in modo addirittura legittimo, giocava al rilancio chiedendo ogni volta il “più uno” e, se era abbastanza forte, lo otteneva. Se non bastavano i soldi si faceva un po’ di debito pubblico. Adesso, invece, la legge dell’elastico, trasforma tutto in una sorta di pantano in cui tutto diventa fanghiglia, ogni cosa è vera, ma anche no.
Il primo giorno l’Imu viene cancellata, il secondo giorno invece no, viene restituita. Il terzo giorno no, gli viene solo cambiato il nome; il quarto invece no, l’aliquota diventa più bassa; il quinto nuovo contrordine, l’aliquota diventa più alta; il sesto la tassa si divide in tre, ma poi viene sommata, e ridiventa una, con un nuovo nome. Oppure l’aliquota cambia a seconda dei casi, l’aliquota un giorno la sceglie il ministero, un altro giorno la scelgono i comuni, il terzo giorno viene tirata a sorte. L’elastico prevede che tutto cambi, sia prima che dopo la presentazione del testo: Il beneficio che viene concesso, viene cancellato il giorno successivo, da una clausola di salvaguardia che introduce un balzello peggiore di quello che è stato cancellato. Lo sconto delle tasse viene annullato da una detrazione che viene annullata.
La prima bozza diffusa alla stampa è finta, e contiene un taglio insostenibile, che subito dopo viene cancellato, per creare un sollievo, e preparare l’opinione ad un taglio vero e ineluttabile. Che però il giorno dopo può essere cancellato anche questo, se i partiti non tengono, e si spaccano in maniera irrevocabile come sta accadendo in queste ore. Tutto può diventare il suo contrario, e questo sali e scendi dello Yo-Yo serve a confondere le acque, perché i conti e le coperture, molto oscuri e indistinti, devono soltanto tranquillizzare un solo interlocutore: Bruxelles. Se l’elastico si spezza, infatti, salta fuori una nuova manovra iper-rigorista, l’ultima, che poi è l’unica vera. Quella più severa. Ma chissà quando la vedremo.
Twitter: @LucaTelese