Portineria MilanoQuanto è dura la vita dei falchi di Berlusconi

Il dopo Cav

La dura vita del «falco» di Silvio Berlusconi non si consuma solo tra le mura di Palazzo Grazioli, tra un rimprovero della first lady Francesca Pascale, una minaccia di espulsione del segretario del Pdl Angelino Alfano o un confronto con le colombe del governo Letta. La dura vita del falco pidiellino o forzaitaliota – specie ornitologica che annovera esponenti come Denis Verdini, Raffaele Fitto, Mario Mantovani, Paolo Romani, Augusto Minzolini, Valentino Valentini, Maria Rosaria Rossi o Daniela Santanchè – si misura pure nelle aule di giustizia, nella giunta delle autorizzazioni o nei conti in rosso delle proprie aziende.

Del resto, fa più paura il vicepremier e ministro dell’Interno Alfano, un’inchiesta sulla P3 o una per truffa ai danni dello Stato? Se lo domanda in questi giorni Verdini, attuale coordinatore del Pdl, in lacrime dopo che il Cavaliere ha deciso per la fiducia al governo Letta, ma soprattutto in attesa che questo mercoledì la giunta per le autorizzazioni decida sul via libera alle “intercettazioni” tra lui, Marcello Dell’Utri e Nicola Cosentino.

La procura di Roma ha chiesto di poter utilizzare alcune di queste conversazioni. Il Pdl si oppose nei mesi scorsi perché la competenza sarebbe stata del Senato, ma alla fine sarà Montecitorio a decidere. Secondo l’accusa contenuta nella richiesta alla giunta, i tre, insieme ad altre persone, «avrebbero sviluppato una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura, della politica, dell’imprenditoria da sfruttare per i fini segreti del sodalizio». Tra gli affari di cui si occupava la P3 – sempre secondo il pm – anche «il progetto di sviluppo di impianti di produzione di energia eolica in Sardegna».

Ma i faldoni a carico di Verdini sono diversi. A marzo la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio sempre per lui e per Dell’Utri per la gestione della Banca Credito Cooperativo Fiorentino. Secondo le indagini preliminari, terminate a ottobre 2011, finanziamenti e crediti milionari sarebbero stati concessi senza «garanzie», sulla base di contratti preliminari di compravendite ritenute “fittizie”. Caso vuole che neppure un “potenziale falco” abbia avuto il tempo di volteggiare nel cielo di Forza Italia. Berlusconi voleva Guido Bertolaso, ma l’ex capo della protezione Civile è stato rinviato a giudizio il 28 settembre per il G8 della Maddalena.

Altro falco, altro giro. Fitto, che in questi giorni ha chiesto il congresso del Pdl, è stato condannato in primo grado nel febbraio 2013 per i reati di corruzione, finanziamento illecito ai partiti e un episodio di abuso d’ufficio. È stato interdetto per cinque anni dai pubblici uffici. Secondo le motivazioni della sentenza avrebbe ricevuto un finanziamento di 500 mila euro quando era presidente della regione Puglia dagli imprenditori della sanità Giampaolo Angelucci per la costruzione di alcune Rsa (strutture sanitarie, ndr) sul territorio.

Mario Mantovani, vicepresidente di regione Lombardia, assessore alla Sanità, coordinatore del Pdl lombardo, non risulta indagato, ma dopo la sua elezione al grattacielo Pirelli non ha ancora risolto l’incompatibilità con il ruolo di sindaco di Arconate. Il balletto va avanti da più o meno quattro mesi e non si è ancora trovata una soluzione, tanto che pare dovrà intervenire il prefetto di Milano Paolo Tronca.

Per il falco Romani il problema è un cellulare del comune di Monza che, quando era assessore all’Expo 2015, aveva dato alla figlia. Ne è nato un processo per peculato. E la scorsa settimana Romani ha pagato al Comune 5mila euro di bollette del telefonino e, difeso dall’avvocato Raffaele Della Valle che punta all’assoluzione piena, sta valutando se presentarsi a difendersi al processo con il rito abbreviato. 

Diversa la situazione del senatore Minzolini, già assolto dalle accuse di peculato, ma ritirato in ballo dalla giornalista Rai Tiziana Ferrario. Alla fine di agosto. il pm della Procura di Roma Sergio Colaiocco ha chiesto il rinvio a giudizio di Minzolini per la vicenda della rimozione dalla conduzione del Tg1 delle 20 della Ferrario, nel marzo del 2010, senza attribuirle un incarico equivalente. Minzolini, che all’epoca era direttore del Tg1, è accusato di abuso d’ufficio.

Non c’è scampo neppure per Valentino Valentini e Maria Rosaria Rossi, finiti indagati nel processo Ruby per falsa testimonianza. Infine Daniela Santanchè. La pitonessa fu sfiorata da un’indagine su Bpm poi finita nel nulla. Ora lotta con la sua Visibilia contro la crisi dell’editoria, anche se i bilanci sono in rosso e l’acquisto dei periodici di Rcs non è andato bene. A darle una mano è intervenuto l’ex marito Canio Giovanni Mazzaro, amministratore delegato e azionista di riferimento di Bioera, che ha comprato il 40% di Visibilia per 900mila euro. Insomma, i bei tempi sono andati. Ma si sa: è dura la vita del falco.

Twitter: @ARoldering

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