Non esistono tasse che sia piacevole pagare e, oggettivamente, se la casa è un “bene primario” la birra no. Ma l’aumento delle accise sulla bevanda alcolica sta scatenando una sollevazione popolare sul web decisamente più unanime di quella causata a suo tempo dall’Imu. Merito della campagna “Salva la tua birra”, lanciata da AssoBirra. L’associazione degli industriali della birra e del malto ha creato un sito dedicato (www.salvalatuabirra.it) per raccogliere firme – sono già più di 16 mila – a sostegno di una petizione che chiede al governo di fermare l’aumento della tassa e ha acquistato gli spazi pubblicitari di alcuni quotidiani per pubblicizzare la sottoscrizione.
Come si legge sul sito, ad oggi 37 centesimi per ogni euro di birra vanno in tasse e con il previsto aumento si arriverebbe a 45 centesimi. L’accusa lanciata dagli industriali del settore è che questo aumento si ripercuoterà sui 35 milioni di consumatori che pagheranno di più, sui 500 produttori italiani – dai grandi marchi ai birrifici artigianali –, sui 150 mila occupati del settore, su bar, ristoranti e sugli agricoltori che producono le materie prime.
In Italia, è poi l’accusa di AssoBirra, la birra è l’unico alcolico a bassa gradazione a pagare le accise. Il vino infatti gode di un’esenzione totale (come accade anche in molti altri Paesi europei). E si paga sempre di più: le tasse sulla bevanda sono aumentate del 70% negli ultimi dieci anni. Il risultato finale, per l’effetto combinato di accise e Iva, è che in Italia per ogni “bionda” si paga allo Stato più che in Germania e in Spagna, ad esempio. Comunque molte meno che in Danimarca, Irlanda o Gran Bretagna.
I molti appassionati di birra si stanno scatenando in commenti ironici o indignati su facebook e non solo (“È l’unica bionda che posso permettermi oramai”, scrive Luca sul gruppo Fb creato ad hoc). E a poco vale sapere che l’aumento delle tasse serve a finanziare il dl istruzione e il dl cultura. Come lamenta AssoBirra, se calano i consumi per l’aumento delle accise si rischia un gioco a somma zero per lo Stato e con gravi danni per l’occupazione e l’economia.
Twitter: @TommasoCanetta