Serie tv comiche dell’autunno Usa in arrivo in Italia

Al bando le risate pre-registrate

La risata, questa sconosciuta. Negli anni gli intellettuali, i saggi, gli scrittori hanno preso direzioni opposte. Ci sono stati i fanatici del ridere («Il riso è il salto del possibile nell’impossibile», scriveva poeticamente Georges Bataille negli anni Sessanta del Novecento) e i convinti contrari («Non c’è nulla di più sconveniente per un uomo di classe del ridere; è un’espressione così volgare di una passione!», ribadiva William Congreve alla fine del 1600). La commedia in tv è nata con il cinema: già i primi film muti avevano gag esilaranti, poi è arrivato Charlie Chaplin e si è aperta una stagione fruttuosa ed entusiasmante per il genere.

Ma dopo un secolo di storia cinematografica e televisiva, la commedia è in piena fase di magra. Le battute sono le stesse, le gag sono ripetitive e la nostra reazione viene condizionata e spesso guidata da quelle fastidiose risate pre-registrate (su Youtube girano impressionanti video di The Big Bang Theory dove è stata tolta la traccia della risata, i risultati sono alquanto imbarazzanti – e parliamo di una serie che in un certo senso è una delle regine del settore).

The Big Bang Theory senza risate

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Insomma ridere è difficile. Ecco che ogni anno, all’inizio della stagione televisiva, ci si trova di fronte allo stesso disarmante dilemma: troveremo una comedy degna di nota? I palinsesti americani dell’autunno 2013 si sono riempiti di tante nuove produzioni, ecco dunque una mini-guida per non perdere tempo e dedicarvi solo a quelle per cui davvero valga la pena.

Paletta verde per The Michael J. Fox Show, senza ombra di dubbio la più promettente dell’anno. Il motivo è semplice: non è una comedy nel senso stretto del termine. Potrebbe essere etichettata all’interno di quel neologismo di dramedy: un mix di realismo e finzione per sorridere di un argomento serio, il Parkinson. Michael J. Fox da questo punto di vista è stato un genio: ha portato alla ribalta la sua malattia e l’ha declinata magistralmente. La serie racconta le vicende di un giornalista famoso che, dopo 5 anni lontano dalle scene a causa di questo morbo, decide di ritornare alla ribalta. All’attore, indimenticabile Martin McFly nella saga di Ritorno al Futuro, il Parkinson è stato diagnosticato nel lontano 1991: negli anni duemila si è ritirato dalla tv ma vi è tornato poi per diverse comparsate (la più celebre per gli amanti seriali è quella in The Good Wife). Eccolo di nuovo nelle vesti di protagonista, pronto a raccontare con il sorriso e la battuta le difficoltà e le piccole sfide quotidiane, come quella di aprire ogni mattina un barattolo di marmellata. 

Lo show di NBC non è l’unico a superare la prova pilot: Fox convince con Brooklyn 9-9 che ambienta (per la prima volta) il mondo comedy all’interno di un distretto di polizia, mentre CBS punta tutto su un nome noto (e che nome!), ovvero Robin Williams, protagonista di The Crazy Ones. Il pilot (va detto) non fa piegare dalle risate ma la storia ambientata in un’impresa di pubblicità sembra mostrare diverse chiavi di lettura. Senza contare che ha fornito, già dal primo episodio, qualche spunto interessante: per chi non lo sapesse The Crazy Ones è uno spot degli anni ‘80 della Apple, il primo grande “think different” diventato poi emblema della maison tecnologica: la pubblicità non promuoveva un prodotto (perché non era ancora stato realizzato) ma un’idea, e per farlo si avvaleva di una serie di grandi personaggi da John Lennon a Ghandi. Insomma, lezioni di marketing in tv.

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Pollice verso invece per le comedy di casa ABC, confortanti e familiari, viste e riviste, come Back in The Game, The Goldbergs o Trophy Wife. Scivola anche CBS con We are men, che potrebbe aggiudicarsi il premio come peggior idea e peggior comedy dell’anno. Evitate anche Dads e Mom che, al di là della poca fantasia nei titoli, non offrono alcun input degno di nota.

Twitter @aleamu

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